Beato l’uomo che Dio corregge! Tu non disprezzare la lezione dell’Onnipotente perché egli fa la piaga, ma poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono.
Giobbe 5:17-18
Seppur apprezziamo chi ci segnala i nostri errori, le nostre leggerezze non volute, restiamo comunque infastiditi. Sarà per questo che fino ad oggi non ho ancora incontrato qualcuno che abbia piacere ad essere rimproverato. La correzione colpisce il nostro nervo più duro, l’orgoglio e provoca una reazione di difesa. Chi come me da tempo è impegnato come educatore e formatore ha dovuto imparare sulla propria pelle invece quanto essa sia salutare. Giobbe riuscì a cogliere un barlume di verità in mezzo a tremende sofferenze fisiche ed emotive, schiacciato dalle accuse degli amici: “non disprezzare la lezione”. Ognuno di noi al posto di Giobbe avrebbe avuto immenso sgomento dato che nel più piccolo problema facciamo fatica a scorgere un viatico salutare e siamo pronti a recalcitrare o a gridare all’ingiustizia. Se sei genitore, proprio come Dio con noi, fai altrettanto con tuo figlio, consapevole che quel che al presente può sembrare una ferita invece è una guarigione che scoprirà nel tempo. Volendo essere onesti, continuiamo tutti a lottare quotidianamente con le correzioni e soprattutto con le critiche, anche quelle rivolteci con uno spirito costruttivo. Siamo convinti che chi rivolge una critica non lo fa per amore, ma solamente per evidenziare un difetto, sottolineare una debolezza. Per crescere bisogna ignorare le critiche che procedono da persone motivate da un dolore nascosto, lasciarle scorrere come la pioggia.
Impariamo piuttosto a circondarci di persone che ci amano veramente, quelle che quando usano “il bastone e la verga” lo fanno per aiutarci a crescere. La loro azione sarà consolatoria, ci darà sicurezza, nonostante nell’immediato potrebbe infastidire. La persona di cui posso fidarmi senza ombra di dubbio è mia moglie, la persona che mi ama più di chiunque altro. Avendo trascorso con lei la maggior parte dei miei anni la conosco bene, e lei mi conosce più di chiunque altro, vede ciò che mi anima e per cui mi adopero, tocca ogni giorno i miei difetti. All’inizio ero convinto di non poter cambiare nessun aspetto di me e che gli altri si dovevano adeguare a me. Nulla avrebbe potuto trasformarmi… perché non volevo. Credo fosse un modo ingenuo per chiudermi ad ogni segnalazione non gradita che potesse intaccare quello che pensavo di me. Nel tempo ho dovuto ricredermi – anche grazie a lei – e ho imparato a lasciarmi coprire dalla correzione in modo costruttivo, lasciando finire nel dimenticatoio la convinzione che non c’era nulla di sbagliato in me e che erano sempre gli altri ad essere nel torto. Ben poteva dire il sapiente che “chi tiene conto della correzione, segue il cammino della vita; ma chi non fa caso della riprensione, si smarrisce” (Proverbi 10:17). La stessa maturità è necessaria per ricevere la correzione da Dio e seguire così il cammino della vita senza smarrirsi, al punto di dichiarare “il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano” (Salmo 23:4).
La nostra difesa deriva sempre da una convinzione o da una ferita che deve essere guarito. Come Giona sotto la ginestra discuti pure con Dio. Se non basta entra nella caverna come Elia. Continua fino a quando non scoprirai di dover affrontare la tendenza a tenere il pieno controllo della tua vita, ergendoti su una specie di trono dove nessuno è autorizzato a sedersi. Questo è il momento allora di scendere e consentire a Dio di prendere quel posto. Se sei pronto a fidarti di Lui, gli lascerai il timone, inizierai a vedere le persone che ti amano come alleati e non più come nemici o avversari con cui contendere. Sono interessate al tuo bene e non hanno intenzione di farti alcun male. Se sei animato da uno spirito cristiano pregherai per loro. Al pari di Giobbe spero che tu scopra quanto Dio ti ama, e che quando corregge lo fa solo per guarirti. Altrettanto vale per quelli di cui puoi fidarti. La tua crescita e quel poco di maturità raggiunta sono il risultato della guarigione dalla correzione. Desidero che tu sappia che questa riflessione è diretta conseguenza di una vita che intende migliorarsi sulle indicazioni della Scrittura, perciò concludo con le parole dello scrittore agli Ebrei: “È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (12:11).
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 05
29 gennaio Esodo 21-22; Matteo 19
30 gennaio Esodo 23-24; Matteo 20:1-16
31 gennaio Esodo 25-26; Matteo 20:17-34
01 febbraio Esodo 27-28; Matteo 21:1-22
02 febbraio Esodo 29-30; Matteo 21:23-46
03 febbraio Esodo 31-33; Matteo 22:1-22
04 febbraio Esodo 34-35; Matteo 22:23-46
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