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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Ascoltare la voce di Dio

Poiché io conosco i pensieri che ho per voi», dice l'Eterno, «pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza.

Geremia 29:11



Queste parole di Geremia sono tra quelle più condivise della Bibbia, utilizzate personalmente o inoltrate una volta estrapolate dal contesto. Quando un brano è isolato dal suo contesto, gli si può far dire qualsiasi cosa, ma quando lo si legge nel suo contesto il suo significato originale diventa chiaro. Sono certamente delle parole rassicuranti per ciascun lettore, ma le intenzioni del profeta erano rivolte a un determinato gruppo di persone che vivevano in un determinato posto in un determinato periodo storico. Geremia, infatti, esercitò il suo ministero prima e durante l’esilio babilonese, quando il regno di Giuda subì l’espulsione dalla terra promessa per la sua continua infedeltà verso il Signore (Deuteronomio 28:36; 2 Cronache 36:15-21). Profetizzò che il castigo era imminente e implorò di ravvedersi dalla loro idolatria e malvagità prima che Nabucodonosor, re di Babilonia, li assalisse e li conducesse in esilio (Geremia 25:1-11).


Questo verso è parte della lettera che Geremia scrive agli esuli in Babilonia, in cui sostiene che la deportazione era comunque opera del Signore; per cui dovevano pensare a vivere la loro vita in quella terra straniera e a fare quello che avrebbero fatto in Giuda: costruire case, coltivare la terra, prendere moglie e generare figli (29:1-6), cercando il bene della città dove si trovavano (v. 7). Le sue parole si scontravano con quelle dei falsi profeti, che illudevano gli esuli dicendo loro che la permanenza sarebbe stata breve. Comprensibile come costoro erano scoraggiati, non vedevano futuro e si sentivano abbandonati da Dio. Le parole di Geremia portano un barlume di speranza: anche se l’esilio sarebbe durato a lungo, non sarebbe stato permanente e il Signore avrebbe benedetto il popolo. Come si fa a discernere chiaramente la Parola che procede dall’alto?


Come credenti, a volte ci sentiamo come gli esuli a Babilonia, nel mezzo della vita e delle nostre mancanze, perdiamo la rotta e abbiamo difficoltà a riconoscere la voce di Dio. Le voci che rimbombano attorno somigliano per lo più a quelle dei “falsi” profeti avversi a Geremia e non aiutano a distinguere i messaggi per vivere la vita che Dio vuole per noi. Questo devotional vuole suggerirti alcuni segnali da non sottovalutare. Innanzitutto la lettura e l’ascolto della Bibbia, la Parola di Dio. Quando la leggi e un verso o un paragrafo ti salta all’occhio come se volesse parlarti, fermati e chiedi a Dio cosa sta cercando di dirti. Non utilizzarla però come una sfera magica da consultare all’occorrenza, in cerca di una risposta su misura. Non trattarla neanche come un libro di fiabe. Essa è “ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16-17). Altre volte, puoi avvertire una spinta a fare di più per gli altri. Per mostrare l’amore di Dio e riflettere la presenza di Cristo bastano semplici atti di gentilezza e cortesia (2Tessalonicesi 3:13; Giacomo 4:17). Se senti questa urgenza senza alcun interesse personale, vuol dire che devi prendere la tua croce e realizzare la tua chiamata.


Poi c’è la preghiera, con cui puoi vedere Dio all’opera. Sempre Geremia, rinchiuso nel cortile della prigione, riceve queste parole: “Invocami e io ti risponderò, e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci” (33:3). La preghiera resta il modo migliore per comunicare con Dio, sempre ed ovunque. Non sottovalutarla, perché può aiutarti a crescere nella relazione con Lui. Quando attraversiamo periodi bui, la preghiera ci dona la possibilità di condividere dove siamo con Dio e di ascoltarlo. “Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi” (Giacomo 4:8). Egli ci vuole vicino, e la preghiera è l’occasione perfetta per avvicinarci e ascoltare ciò che ci sta dicendo. “Insegnaci a pregare” sarà richiesta necessaria. Altre volte può parlarci attraverso le nostre relazioni. Sii pronto e disposto ad ascoltare ciò che le persone attorno a te hanno da dire. D’altra parte, sii consapevole di quelle che ti possono allontanare da Dio. Il luogo dove potrai ascoltarlo sicuramente resta la chiesa, dove un canto, un verso o una parola del pastore può catturare la tua attenzione. Non pensare mai che sia un caso. Non so se riuscirai a sentire la Sua voce, ma questi segni potrebbero rivelarti qualcosa di unico.

 


 

 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 32

05 agosto Salmi 70-71; Romani 8:22-39

06 agosto Salmi 72-73; Romani 9:1-15

07 agosto Salmi 74-76; Romani 9:16-33

08 agosto Salmi 77-78; Romani 10

09 agosto Salmi 79-80; Romani 11:1-18

10 agosto Salmi 81-83; Romani 11:19-36

11 agosto Salmi 84-86; Romani 12


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