Benedetti di ogni benedizione
- Elpidio Pezzella
- 6 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
Efesi 1:3

Cosa stai ambendo in questa vita? Cosa occupa i tuoi pensieri da non darti tregua? Nella lettera agli Efesi l’apostolo Paolo ci rivela la nostra posizione spirituale in Cristo e che siamo stati “benedetti di ogni benedizione”. Potrebbe risultare a un primo impatto difficile comprendere l’entità di questa realtà e da dove cominciare per appropriarcene pienamente. Il testo paolino è una cartina tornasole, in quanto descrive nei primi tre capitoli la nostra posizione in Cristo e nei successivi tre come vivere la quotidianità. Al suo interno prospetta tre chiare posizioni da assumere spiritualmente: sedere, camminare e resistere. Sedere racchiude il segreto dell’esperienza cristiana, la nostra posizione in Cristo. Camminare esprime il comportamento del cristiano verso il mondo che lo circonda. Resistere insegna come difenderci dal nemico, il nostro atteggiamento verso il diavolo.
Il Padre della gloria ha mostrata la Sua potenza in Cristo, risuscitandolo e facendolo sedere alla propria destra (Efesi 1:20). Ed essendo ricco in misericordia, “ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù” (2:6). La prima benedizione che ci è stata concessa è di sedere “in Cristo”. Il cristianesimo non comincia con qualcosa da fare, ma di già compiuto. Il Padre ci ha benedetti in questo modo, e noi non dobbiamo compiere alcuno sforzo. Così come siamo salvati per grazia, mediante la fede (2:8), allo stesso modo possiamo sedere alla Sua destra. Cosa significa questo per noi? Camminando o stando in piedi, il peso del nostro corpo poggia sulle nostre gambe, consumiamo energia, risentiamo dello sforzo. Seduti invece, il nostro peso è scaricato sulla seduta. Spiritualmente siamo sollevati da ogni peso, poggiando su Cristo. Egli dichiarò: “Tutto è compiuto!”. Dobbiamo comprendere che Lui ci ha fatti sedere. Tutto quel che riceviamo è per grazia Sua “dopo aver creduto” (1:13): Egli ci ha amati, ci ha vivificati, ci ha risuscitati, ci ha fatto sedere (2:4-6). Il segreto è nel riposare in ciò che Dio ha fatto.
Possiamo cominciare a camminare solo dopo esserci riposati. Camminare intende il mettere in pratica ciò che abbiamo acquisito nella posizione celeste. La parola “camminare” ricorre 8 volte, e Paolo la usa figurativamente per “determinare il proprio comportamento”. L’apostolo esorta a “camminare da santi”, considerando la sfera delle nostre relazioni. Quello ricevuto nei luoghi celesti con Cristo deve essere messo in pratica. Se cerchiamo di fare soltanto ciò che è giusto, siamo veramente dei cristiani mediocri; dobbiamo fare di più di ciò che è giusto. Il segreto sta “nella potenza che opera in noi” (3:20). Potremmo rappresentare il tutto come un pilota di auto, che è seduto ma corre. Per questo Paolo prega così: “perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede, affinché, radicati e fondati nell'amore, possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondità e l'altezza, e conoscere l'amore di Cristo che sopravanza ogni conoscenza, affinché siate ripieni di tutta la pienezza di Dio” (3:17-19).
Ciò che mostriamo esteriormente è ciò che Dio ha operato già dentro di noi. Molti simulano: la vita di molti cristiani è tutta una pretesa, vivono una vita spirituale, parlano un linguaggio spirituale, adottano attitudini spirituali, e tuttavia quel che fanno, lo compiono con i propri sforzi. Il camminare implica l’idea di progressione, avanzamento, continuità. “Io quindi corro ma non in modo incerto” (1Corinti 9:26), “proseguo il corso verso la meta per ottenere il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi 3:14). Sedere e camminare non completano l’esperienza del cristiano: occorre resistere. Nessun cristiano può affrontare il combattimento senza aver dapprima imparato a sedere con Cristo e a seguirlo. La vocazione della Chiesa si scontra con le opere di Satana. Al verso 11 “resistere contro” esprime il “mantenere le posizioni”, ossia la nostra resistenza nel mantenere il terreno che appartiene a Lui. Il cristiano ha a disposizione un’intera armatura, dove la quasi totalità delle armi descritte (spada inclusa) sono difensive. Noi combattiamo per conservare e consolidare la vittoria già conseguita da Lui. Noi non combattiamo per ottenere la vittoria, lodiamo il Signore per la vittoria già ottenuta.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 15
07 aprile 1Samuele 7-9; Luca 9:18-36
08 aprile 1Samuele 10-12; Luca 9:37-62
09 aprile 1Samuele 13-14; Luca 10:1-24
10 aprile 1Samuele 15-16; Luca 10:25-42
11 aprile 1Samuele 17-18; Luca 11:1-28
12 aprile 1Samuele 19-21; Luca 11:29-54
13 aprile 1Samuele 22-24; Luca 12:1-31
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