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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

CHE UOMO È QUELLO?

Che uomo è quello che dorme nel letto di una collega mentre a casa la compagna vede crescere il suo grembo e freme nell’attesa di accogliere il frutto del loro amore?

Che uomo è quello che torna a casa e accarezza il grembo della compagna dopo aver dato il suo corpo a un’altra donna?


Che uomo è quello che dopo aver chiusa una relazione amorosa ne porta avanti due parallelamente?


Che uomo è quello che non riesce ad essere padre di un bambino e ne concepisce altri due con due donne diverse?


Che uomo è quello che dichiara alla sua donna: “Tu sei il mio unico amore” ma non ha mai compreso che amare è donare, rinunciare?


Che uomo è quello che non sa amare una donna per tutta la vita?


Che uomo è quello che quando colei che gli sta per donare un figlio scopre di non essere l’unica non riesce a fare ammissione di colpa e provare a chiedere almeno scusa?


Che uomo è quello che davanti alla verità decide di togliere la vita a chi la vita sta per generare?


Che uomo è quello capace di uccidere la sua compagna e non pensare minimamente che ha in grembo suo figlio?


Che uomo è quello che dopo aver ucciso la compagna, il figlio, decide di farla sparire come fosse immondizia e se ne va a lavorare?


Che uomo è quello che mentre due vite sono volate via e altri le cercano lui continua a servire drink e flirta con un’altra?


Che uomo è quello che denuncia la scomparsa di una giovane e racconta di essere stato lasciato dopo averla colpita mortalmente?


Che uomo è quello che accoglie in casa la mamma e i suoceri fingendo di soffrire con loro?


Che uomo è quello che nello stesso tempo distrugge quattro famiglie?


Mica può definirsi uomo chi fa tutto questo?


Quanto accaduto recentemente a Senago, alle porte di Milano, ha lasciato senza parole molti di noi, gettato nello sconforto i genitori, i familiari, gli amici di Giulia, una giovane originaria di S. Antimo (NA).


Quando un tipo (non merita menzione) decide di uccidere la compagna e il bambino che portava in grembo, a pochi giorni dalla nascita, per nascondere la sua doppia (forse tripla) vita, un brivido attraversa la schiena di chi ancora crede nell’amore della vita, nel dono dei figli frutto di due persone che si amano, nella famiglia. Indignazione e rabbia si fanno spazio e ogni genitore trema pensando a un/a figlio/a.


Da quando ho appreso la notizia, una domanda si è fatta spazio in me. E poi un’altra ancora, e un’altra ancora… quelle che hai appena letto. La mia formazione mi suggerirebbe diverse letture, dalla realtà spirituale - troppo spesso ignorata – a quella sociale, sempre più malata e deviata. Per ora mi limito alle domande. Ad altri lascio le risposte.


Ai genitori e ai cari di Giulia Tramontano il più sentito cordoglio e la sincera preghiera per una consolazione divina.

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