Gesù mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte e, appena entrati in esso, troverete un puledro d'asino legato, sul quale nessuno è ancora salito; scioglietelo e conducetelo da me.
Marco 11:2
Il credente poco avvezzo alle pagine del Nuovo Testamento potrebbe pensare che l’asinello faccia la sua comparsa accanto al bue nei racconti della nascita di Gesù. Ma nessuno dei Vangeli ci presenta questa scena, che è invece presente in uno dei cosiddetti vangeli Apocrifi. Troviamo invece la presenza di un asino in uno dei momenti salienti del ministero terreno di Gesù, in quello che viene definito “ingresso trionfale”, tra ali di folla osannanti e “molti stendevano i loro vestiti sulla strada, e altri tagliavano rami dagli alberi e li spargevano sulla strada” (Marco 11:8). Gesù entra in Gerusalemme, sapendo che cosa lo aspetta, e sceglie di montare un asino. E lo fa pianificando tutto, come si evince dalle istruzioni impartite ai discepoli, con un chiaro riferimento alla profezia messianica: “Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e porta salvezza, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina” (Zaccaria 9:9). Noi, come quella gente, proclamiamo ancora come “Figlio di Dio” il Nazareno che montava su un asino lungo le polverose strade della città santa.
Ecco l’Agnello di Dio, su un asino, il “benedetto”, che viene “nel nome del Signore”. Questo è il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo che cambia tutto: Gesù si presenta come il Messia di pace, colui che di lì a qualche giorno avrebbe dato la sua vita per redimere l’uomo e riconciliarlo a Dio. Ma oggi, attira la nostra attenzione proprio quell’asino legato al palo, in attesa di un evento che cambiasse la sua monotonia. Il Maestro sceglie proprio lui. La parola “asino” è menzionata nella Bibbia oltre centocinquanta volte. Da sempre sinonimo di umiltà e di servizio, l’asino è l’esatto contrario di uno stallone. Considerati “testardo” e disprezzato come “stupido,” in realtà l’asino è tra gli animali più intelligenti e fedeli. Gli asini si rifiutano di portare un carico eccessivo, crollano giù e rifiutano di muoversi, al contrario di noi, conoscono i propri limiti e sanno quando è il momento di fermarsi. Non solo, riconoscono il percorso migliore. Se vuoi andare a destra, ma il tuo asino insiste ad andare a sinistra, non è stupido: fidati di lui. Se stai attraversando un fiume in un punto quando il tuo asino si oppone e vuole muoversi in direzione opposta, fidati di lui. Un cavallo ti farebbe annegare. Gli asini no! Non c’è animale migliore dell’asino a simbolo della nostra fede, a rappresentare quelle doti di umiltà, servizio, resistenza e fedeltà necessarie a seguire Gesù. Avere Cristo sopra è anche un modo di esaltare e innalzare la Sua divina Persona.
Ho provato così ad immaginare quel che accade quel giorno dalla prospettiva dell’asinello.
Un giorno di tanto tempo fa, un puledro d’asino tornò a casa dalla mamma tutto allegro: “Lo sai mamma oggi la città di Gerusalemme mi ha fatto festa. Io sono entrato per le porte della città santa e tutta la gente stendava ai miei piedi dei mantelli e delle palme. Altri gridavano di gioia e facevano festa”. “Ma davvero?” gli rispose la madre. “Sì, mamma, sto dicendo la verità”. Con il petto gonfio: “Era una grande festa piena di gente e persone religiose e io mi sentivo così forte e così orgoglioso”. “Insomma, ero così fiero di me, quasi da esplodere di gioia”. “Figlio mio”, disse la madre, “pensaci un attimo, forse la festa era perché stavi portando sulle spalle il Salvatore Gesù Cristo?” “Forse la festa era per Lui...”. Quasi indispettito: “No mamma, era per me”, replicò l’asinello. Allora la madre gli disse: “Fai una cosa, ripercorri lo stesso tragitto e vedi se la gente farà di nuovo festa al tuo passaggio”. “Certamente, mamma lo farò; hai avuto davvero una buona idea”. Così l’asinello uscì di casa e rifece lo stesso tragitto del mattino e poi tornò a casa dalla madre. “Sai mamma, sono tanto triste. Ho rifatto lo stesso tragitto e nessuno mi ha fatto festa, anzi non mi hanno degnato nemmeno di uno sguardo. E quando sono arrivato alle porte della città nemmeno mi hanno fatto entrare”. La mamma rispose: “Vedi figlio mio, senza il Signore rimani solo un asino”.
Non si può raccontare la storia di Gesù, senza quella dell’asino, e viceversa. La sua dedizione al servizio, all’umiltà, alla devozione assoluta e le sue doti di intelligenza sono grande ispirazione. Forse è questo il tempo per ogni discepolo di porsi docilmente al servizio del Maestro per portarlo nel mondo. Chissà se oggi Gesù potrebbe fidarsi anche di te e di me come “asini” per portare il suo messaggio e amore con la stessa forza e fedeltà…
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 14
29 marzo Giudici 7-8; Luca 5:1-16
30 marzo Giudici 9-10; Luca 5:17-39
31 marzo Giudici 11-12; Luca 6:1-26
01 aprile Giudici 13-15; Luca 6:27-49
02 aprile Giudici 16-18; Luca 7:1-30
03 aprile Giudici 19-21; Luca 7:31-50
04 aprile Ruth 1-4; Luca 8:1-25
English
Espanol
Foto di Corlijn Groot, ww.freeimages.com
Comments