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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Credere a Dio

Aggiornamento: 2 ago

Ed egli credette all’Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.

Genesi 15:6



Una notte Abramo è nella sua tenda e dialoga con Dio, proprio come uno parla al suo migliore amico. Ossessionato da questo figlio che non arriva, sollecita nuovamente un intervento divino. E il suo Dio lo prende per il braccio e lo trascina fuori, lo costringe ad uscire allo scoperto e a sollevare lo sguardo oltre la tenda: «Mira il cielo e conta le stelle, se le puoi contare. Così sarà la tua discendenza» (v. 5). A quella visione e a quelle parole, la Scrittura dichiara che “egli credette”. Lo scrittore agli Ebrei scriverà che “senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6). Quale credente non ha in cuore il desiderio di piacere e compiacere il proprio Dio? Ecco allora che siamo pronti a compiere chissà quale impresa, a scalare montagne, a percorrere sentieri impervi, pur di ricevere la sua approvazione. La Scrittura invece minimizza e rende tutto tremendamente semplice, almeno apparentemente. Per piacere a Dio occorre avere fede, perché senza “è impossibile piacergli”.

 

Quale padre provvido e benigno, Dio ci ha fatto il dono della fede (Efesi 2:8-9), il dono più importante, che ci consente di credere e afferrare le Sue promesse, ma anche di onorare le sue richieste. Il seme della fede può essere alimentato e coltivato mediante la Parola e la predicazione di essa (Romani 10:17), unico strumento per crescere di fede in fede. Piuttosto che dire di non aver fede, o di non aver fede a sufficienza, corriamo ai ripari. A quanti lamentano poca fede chiedo se hanno allora un po' di speranza, perché “la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono” (Ebrei 11:1). La fede trova valido appoggio sulla speranza, perché se “quelli che sperano nell’Eterno si alzano in volo” (Isaia 40:31), quelli che credono passano prima dalla speranza alla certezza, e poi la certezza si tramuta in dimostrazione della fedeltà di Dio.

 

In questi giorni ricorre l’anniversario della morte di un uomo che ha lasciato un segno duraturo per la sua piccola fede in un immenso Dio. George Müller terminò il suo viaggio terreno la sera del 9 marzo 1898, dopo aver speso una vita longeva a favore dei più deboli, fondando orfanotrofi e scuole e girando il mondo proclamando il Vangelo. Era nato il 27 settembre 1805 in Prussia. Per migliaia di bambini la sua opera fu l’unica possibilità di sopravvivenza. La sua vita è un continuo sperimentare che Dio mantiene veramente ciò che promette in modo sempre puntuale secondo i Suoi tempi, il che rende veramente faticoso riporre totalmente la fede solo in Lui. Quando  comprendi che “quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio” (Romani 8:8), allora non ti tirerai più indietro davanti al bisogno del prossimo. Allo stesso modo, ciascuno di noi, “come siamo stati approvati da Dio da esserci affidato l’evangelo, così parliamo non in modo da piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori” (1Tessalonicesi 2:4).

 

Egli è e resta il rimuneratore di quanti lo cercano. Al Suo occhio nulla sfugge, anche quando noi volgiamo altrove lo sguardo, preferendo l’indifferenza che respinge il soffio divino. La nostra fede può (e deve) alimentare la speranza e l’impegno, perché al di là di quello che gli altri dicono o fanno, io continuo a credere che Dio non resta a guardare. Probabilmente in questi giorni una sfida si erge davanti a te. Il diluvio, il mar Rosso, il deserto, i giganti di Canaan, solo alcune circostanze bibliche che ci ricordano che quello che abbiamo davanti è sì un problema, ma può anche rivelarsi un’opportunità. “… se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: "Spostati da qui a là", ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile” (Matteo 17:20). Come affermava Demostene, sappi che esiste un’isola di opportunità all’interno di ogni difficoltà. Dopo tutto “la vita è molto semplice. Non ci sono problemi, solo prospettive. Quando hai delle difficoltà hai opportunità!” (H. Kaiser). Anche oggi puoi agire per e con fede, e così piacere a Dio.



 

 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 10

04 marzo Numeri 32-34; Marco 9:30-50

05 marzo Numeri 35-36; Marco 10:1-31

06 marzo Deuteronomio 1-3; Marco 10:32-52

07 marzo Deuteronomio 4-6; Marco 11:1-18

08 marzo Deuteronomio 7-9; Marco 11:19-33

09 marzo Deuteronomio 10-12; Marco 12:1-27

10 marzo Deuteronomio 13-15; Marco 12:28-44


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