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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Dal frutto si riconosce l’albero

Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi?

Matteo 7:16

Per la maggior parte il periodo delle ferie estive è storia passata, anche se recente, e in molti siamo già proiettati nella ripresa delle innumerevoli attività, lavorative, familiari ed ecclesiali. Le vacanze saranno state colme di progetti e buone intenzioni, che avranno incontrato, come al solito, insormontabili ostacoli nella loro realizzazione. Nonostante l’impegno profuso ogni volta, sembra che non si riesce mai a trovare del tempo da dedicare a quanto ci sta più a cuore. Tra i proponimenti che rimandiamo all’estate c’è la lettura di qualche libro. Spero tu sia tra chi è riuscito a terminare almeno uno dei libri messi in valigia o portati nello zaino sotto l’ombrellone. Probabilmente un altro desiderio posticipato è riuscire a dedicare del tempo alla spiritualità personale fatta di preghiera e meditazione, cenerentole delle nostre occupazioni e preoccupazioni. La verità è che fino a quando ci nascondiamo dietro a scuse varie, dichiariamo di non essere persone d’azione. Ecco allora il quesito del testo tratto dal Vangelo e che fa riferimento a due frutti proprio di questo periodo e la citazione che ci ricorda che il frutto paleserà sempre l’albero.


Questo verso mi ha fatto attingere alcune considerazioni dal mio ultimo libro “Vi farò pescatori di uomini” e che ritengo appropriate. Tenacia, sacrificio, determinazione, perseveranza… Se ti concentri a guardare al futuro, a quello che potrebbe essere, e ti dimentichi i passi necessari che devi compiere per arrivarci, allora le tue capacità sono discutibili. Se hai grandi idee, ma non riesci a trasformarle in realtà, allora non sei chi pensi di essere. Ogni bruco dovrebbe per natura diventare una farfalla, ma nessuno nasce farfalla. Si tratta di un processo di crescita. Purtroppo alcuni restano bruchi a vita, aspettando a lungo il giorno della fatidica trasformazione. Questo è un atteggiamento che sterilezza e rende incapaci. Non perdiamo di vista l’imperativo “Seguimi!”, che necessità di una decisione e di un’azione. Il sogno (o visione che sia) deve diventare un obiettivo da perseguire. C’è un altro particolare singolare: alcuni bruchi non diventeranno mai farfalle per il semplice fatto che diventano cibo per i loro simili, come accade per le farfalle monarca.


Nei nostri progetti è indispensabile fissare un traguardo: dobbiamo tenere conto del punto da dove stiamo partendo e dove vogliamo arrivare o siamo già arrivati. È necessario calcolare quali siano le possibilità di riuscita ed essere pronti a cambiare o rivedere le priorità. Tale atteggiamento dà sicurezza e assicura credibilità. Coloro che si sono uniti a noi si sentono sicuri vedendo la nostra flessibilità unita a chiarezza di idee su come portare a termine quanto iniziato. È fondamentale imparare e insegnare ad affrontare la verità che, come dice il Vangelo, ci rende liberi. Anche se questo può creare qualche irritazione iniziale, vale la pena percorrere questa strada. Ovviamente questo percorso prevede un’organizzazione e una programmazione che sono l’opposto dell’improvvisazione. Miguel de Cervantes sosteneva che “l’uomo che è preparato ha combattuto metà della sua battaglia”. Pianificare aiuta a rendere semplice quel che appare complicato. Non si possono adattare le circostanze al nostro modo di pensare, ma bisogna pensare in base alle circostanze. Programmare riduce il margine di errore e rende tutto più semplice, perché affrontare battaglie senza conoscere l’arma del contendere è quasi impossibile. Non tutti hanno le capacità di Davide che con una fionda uccise il gigante al primo colpo.


Per raggiungere questo obiettivo potremmo avvalerci dell’affermazione di Henry Ford: “Nulla è particolarmente difficile se lo suddividi in compiti piccoli”. Quindi è importante innanzitutto identificare la questione per poi suddividerla, passare in rassegna le risorse, sviluppare il piano e mettere le persone giuste al posto giusto. Nel caso in cui si calcolino male le variabili, può succedere che ci si ritrovi con l’aver scelto la persona sbagliata, oppure può capitare che si scelga la persona giusta ma la si ponga nel posto sbagliato, e può anche succedere che il piano stesso sia sbagliato e questo comporterà sofferenza anziché crescita. Quando è il Signore a chiamarci per affidarci una responsabilità, non si hanno tali problemi. Anche quando non è immediatamente chiaro cosa dobbiamo fare, se avremo fede certa in Colui che ci ha dato il compito, sapremo che ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Mi piace, al riguardo, citare un pensiero di Martin Luther King che ci invita a essere consapevoli della nostra responsabilità nel collaborare per cambiare situazioni critiche: “Può darsi che non siete responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 37

04 settembre Salmi 143-145; 1Corinti 14:21-40

05 settembre Salmi 146-147; 1Corinti 15:1-28

06 settembre Salmi 148-150; 1Corinti 15:29-58

07 settembre Proverbi 1-2; 1Corinti 16

08 settembre Proverbi 3-5; 2Corinti 1

09 settembre Proverbi 6-7; 2Corinti 2

10 settembre Proverbi 8-9; 2Corinti 3



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