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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Dalla terra al cielo

Aggiornamento: 26 lug 2023

Cantate all'Eterno con ringraziamento, cantate con la cetra le lodi al nostro Dio, che copre il cielo di nuvole, prepara la pioggia per la terra e fa crescere l'erba sui monti.

Salmi 147:7-8

Dalla terra al cielo per tornare alla terra. Questa la sintesi del ciclo dell’acqua che ho scelto per parlarti di quello che potremmo definire “il ciclo della preghiera”. Una carestia morale e spirituale va via via allargandosi, restringendo gli spazi di spiritualità e fede genuina. Di conseguenza i cuori diventano lentamente asciutti, e sempre più aridi, senza voglia di vivere e potere di generare vita. Come credente non posso fare a meno di alzare gli occhi al cielo e rifugiarmi nella preghiera, fiducioso delle parole del profeta: “E renderò loro i luoghi intorno al mio colle una benedizione; farò scendere la pioggia a suo tempo, e saranno piogge di benedizione” (Ezechiele 34:26). Quando comincia piovere, corriamo ai ripari, temendo anche danni sempre più ingenti a motivo del clima mondiale stravolto. Eppure la pioggia svolge una funzione importantissima nel ciclo vitale irrigando la terra, in modo da produrre frutti e alimenta le sorgenti, che ci danno da bere.


In natura, l’acqua dei mari e dei fiumi è scaldata dal sole e trasformata in vapore. Una volta in cielo, il vapore acqueo si raffredda e subisce una nuova trasformazione che porta alla formazione delle nuvole. Le gocce d’acqua, aggregandosi, formano nuvole pesanti e cominciano a cadere a terra sotto forma di acqua o neve. Quando ritorna alla terra, l’acqua va sì a depositarsi nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli oceani, ma bagna la terra. Lo scrittore agli Ebrei così scriveva: “Infatti la terra, che beve la pioggia che spesso cade su di essa e produce erbe utili per quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio” (6:7). Così come l’acqua evapora dalla terra al cielo sotto il calore dei raggi del sole, così la nostra preghiera fluisce dal nostre essere sotto il calore della presenza di Dio e la luce della Sua Parola. Al Suo manifestarsi non possiamo fare a meno di lodarLo, esaltarLo e glorificarLo. Nello stesso tempo, lo sguardo si volge verso l’alto, e il cuore bisognoso eleva suppliche e intercessioni per ricevere l’intervento divino. Sulla spinta dello Spirito le preghiere giungono al Cielo, dove vengono raccolte (Apocalisse 5:8). Il vapore si trasforma in acqua per condensazione, ossia a una certa altezza si raffredda e torna allo stato liquido, formando le nuvole. Così il rischio di pioggia può equipararsi all’approssimarsi della risposta divina, che arriva così come l’acqua dal cielo torna sulla terra. Primo o poi le nuvole, il cui peso è aumentato notevolmente, lasceranno cadere le gocce d’acqua sotto forma di pioggia, grandine o neve.


Se tarda, aspetta. Al momento opportuno la risposta arriverà, proprio come le nuvole salirono sul paese portando, al tempo di Elia, la pioggia (1 Re 18:44-45) che vitalizza il terreno e scaccia la carestia. L’arrivo della pioggia è come un risorgere della vita, una manna dal cielo. La siccità, aveva prodotto la carestia nel paese, attanagliando il popolo d’Israele, nello spettro della morte. Solo la preghiera e la fedeltà di Elia aprì il cielo. Per questo parliamo spesso di piogge di benedizioni. Quando l’acqua ritorna alla terra, non solo riempie i bacini naturale, ma viene assorbita a grandi profondità, a secondo delle permeabilità del suolo o della roccia. Così l’intervento divino scende nelle nostre parti più intime e nascoste, recando sollievo, guarigione e liberazione. “L’Eterno aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutta l’opera delle tue mani” (Deuteronomio 28:12). Probabilmente non saranno vere gocce d’acqua, ma parole come queste che stai leggendo ad innaffiare il tuo cuore, perché “come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in modo da dare il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l'ho” (Isaia 55:10-11).



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 40

27 settembre Isaia 3-4; Galati 6

28 settembre Isaia 5-6; Efesi 1

29 settembre Isaia 7-8; Efesi 2

30 settembre Isaia 9-10; Efesi 3

01 ottobre Isaia 11-13; Efesi 4

02 ottobre Isaia 14-16; Efesi 5:1-16

03 ottobre Isaia 17-19; Efesi 5:17-33



 

Foto di Pawel Kornacki, www.freeimages.com

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