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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Essere gentili

Aggiornamento: 20 nov 2020

Ben diceva il sapiente nel sentenziare che “la dolcezza di un amico rallegra il cuore” (Proverbi 27:9). Tutti ci auguriamo di incontrare nel nostro cammino sempre persone gentili e disposte al bene. Ne avvertiamo un bisogno enorme, soprattutto in un periodo in cui siamo tutti sotto pressione, stressati e preoccupati. Ma quanti ogni giorno ci impegniamo ad essere tali?

Il 13 novembre (ma per l’intera settimana) è la giornata mondiale della gentilezza, introdotta dal World Kindness Movement di Tokyo, un’organizzazione no-profit, senza scopo di lucro, nata da un movimento spontaneo chiamato Japan Small Kindness Movemnet, che si sviluppò nel 1988 e presente in Italia dal 2000, con sede a Parma. La giornata è un appuntamento fondamentale per oltre 27 nazioni, e tra queste l’Italia. Lo scopo è ricordare a tutti che dobbiamo essere gentili nei confronti del prossimo, di noi stessi e dell’ambiente. Infatti, c’è solo un compito che deve essere portato a termine, ossia svolgere una buona azione nei confronti di qualcuno.


Un giorno per sensibilizzare, anche chi, come noi, dovrebbe averla nel proprio dna spirituale. Il credente nato di nuovo per lo Spirito, deve essere come il Maestro “mansueto e umile di cuore” (Matteo 11:29) e manifestare l’agognato frutto dello Spirito, che nelle parole di Paolo ai Galati (5:22-23) inizia con l’amore - non poteva essere diversamente – e si chiude con l’autocontrollo. Giusto al centro di questo gruppo di virtù è collocata la gentilezza (benevolenza o benignità, a secondo della traduzione). Il termine greco è nella maggior parte reso con benevolenza (dal latino benevolentia, derivato di benevolens «benevolente»). Nella cultura romana è definita come «voluntate benefica benevolentia movetur»: ossia è messa in moto da una voluntas, da un atteggiamento spirituale volontario che genera il desiderio di fare del bene. Il termine greco “krestotes” viene da “krestos”, che vuol dire “utile e adatto per qualcosa”. Anche il termine ebraico indica una spontaneità, una volontarietà che mira all’aspetto utile e proficuo delle cose.


Se solitamente viene intesa come gentilezza o affabilità, il significato pieno della parola è quindi quello di un senso di utilità, di essere adatto per qualcosa. Una persona benevolente è colei che compie fino in fondo il suo compito, raggiunge il risultato che si è prefissato. Praticamente il benevolente è dotato di una intuizione che vede uno scopo buono da realizzare e riesce a realizzarlo. La benevolenza è, in buona sostanza, un’attitudine di fronte alla vita e alle persone, per cui viene colto costantemente l’aspetto costruttivo. È una visione della vita per cui di fronte anche alle cose negative io sono convinto che il fine sarà buono, che tutto andrà verso qualcosa di positivo. Tornando al frutto dello Spirito, è l’atteggiamento che intuisce un bene possibile e si muove per compierlo. Un’attitudine o una prospettiva individuale che abilita a posare uno sguardo buono (non ingenuo) sulle cose della vita, sostenuti da sentimenti di compassione e condivisione, di accoglienza e magnanimità. Ne consegue che la persona benevolente non alza la voce, non è frettolosa nel giudizio, è paziente nell’attesa, perché il bene per manifestarsi ha bisogno del tempo giusto.


L’apostolo Paolo non ci lascia scelta e dichiara con tono imperativo: “Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza” (Colossesi 3:12). Tale rivestimento è possibile solo attraverso l’opera e il soccorso dello Spirito che favorisce lo sviluppo di questo frutto prezioso e rende riconoscibile chi ne è dotato. Infatti, una tale persona fa sentire gli altri completamente a loro agio, crea in ogni situazione un clima di pace perfetta, coglie l’aspetto costruttivo in ogni vicenda umana, anche di fronte a quelle negative. Non è dunque un generico voler bene, tutto cuore e emozioni, ma piuttosto la capacità di cogliere il bene in ogni anfratto della vita, alla ricerca incessante e appassionata di una bellezza, di un’utilità, di un gesto buono.


Signore, donaci più persone gentili, benevole e benevolenti!



 

Foto di Asif Akbar, www.freeimages.com

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