Dio ha tanto amato il mondo che ha mandato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Giovanni 3:16
Con l’arrivo di dicembre iniziano i preparativi natalizi, un periodo che dovrebbe riscaldare i cuori sempre più pervasi da sentimenti di tristezza ed insoddisfazione crescente. Ogni lucetta e addobbo dovrebbe ricordare che Cristo è venuto affinché la Sua luce potesse risplendere nelle tenebre dell’umanità. Il testo giovanneo è molto chiaro nell’indicarci in Gesù, l’espiazione dei nostri peccati, l’unico in grado di riconciliarci al Padre e donarci la vita eterna, l’unico dono che non può essere acquistato, perché veramente donato. Rammarica che questa gloriosa verità rischia di sparire nel luccichio degli addobbi festosi. Per questo vorrei chiedere ai credenti di non perdersi nelle decorazioni, di ricordare la propria vocazione perché non è più tempo di attesa. Il buon Dio ha depositato in ciascuno un dono speciale, che inconsciamente tendiamo a trascurare. Non è semplicemente una qualità personale. L’apostolo Paolo ricordava al giovane Timoteo questa verità (1 Timoteo 4:14-16) e lo incoraggiava a non temere di affrontare il vituperio e l’abbandono. Era con forza esortato a vivere controcorrente: essere un esempio nella parola, nella condotta, nell’amore, nei sentimenti, nello spirito, nella fede e nella castità. Quanto è divenuto difficile essere fedeli al Signore! E l’apostolo Paolo incoraggia anche noi ad essere di esempio nonostante questo comporti fatica.
Sento echeggiare le parole del Signore: “Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Matteo 5:13). Ai cristiani di ogni tempo Gesù chiede di rivelare la loro identità: sale della terra, luce del mondo, città collocata sopra un monte. Purtroppo molti come il sale si dileguano (sciolgono) nell’acqua, e al di là della sapidità, preoccupa il fatto che non si notano affatto. Il sale serviva soprattutto per dare gusto al cibo e conservare gli alimenti, i cristiani sono chiamati a dare sapore alla vita, a lottare contro la decomposizione, ad essere quel quid che fa la differenza. Occorre riscoprire la “misura” della nostra presenza tra gli uomini, troppe volte accantonata proprio sotto l’albero addobbato. Come il sale negli alimenti, con la giusta misura e l’opportuna discrezione dovremmo essere apportatori di gusto. Gesù avverte che, per svolgere nel mondo la funzione del sale, occorre essere autentici e non diventare insipidi. Se il sale non mantiene la sua qualità, allora non serve più, ma può essere solo buttato via; così anche la comunità cristiana, se diviene mondana, appiattendosi sul “così fan tutti”, se non è più capace di avere la sua specificità, la “differenza cristiana”, non ha più ragione di essere.
L’immagine del sale assume una connotazione piuttosto sorprendente, in quanto Gesù ci mette in guardia dal pericolo di perdere il proprio sapore. Attenzione a mischiare il sale con ciò che ne alteri la purezza e la genuinità. Il Vangelo ha un suo gusto e bisogna lasciarglielo, non va snaturato, altrimenti non è più vangelo. Così come la chiesa che lo modifica non è più la chiesa del Signore. Se tendiamo ad addolcire il Vangelo per renderlo maggiormente “praticabile”, lo stiamo privando del suo sapore. È il fallimento della missione, indicato metaforicamente con l’immagine del sale gettato sulla strada: viene calpestato, come la polvere cui nessuno presta attenzione né attribuisce alcun valore. “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2). Come sale della terra, siamo chiamati a conservare la fede ricevuta e a trasmetterla intatta agli altri. Una sfida per noi è mantenere integro il deposito della fede. E sono consapevole che in questo periodo molti sono combattuti tra il desiderio di evangelizzare e l’astenersi da tutto ciò che è commerciale. Davanti all’enorme bisogno che c’è nel mondo comprendiamo che il campo è grande e che c’è opportunità per ognuno. Non ignorare il dono che è in te. Tu stesso sii un dono.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 50
09 dicembre Osea 1-4; Apocalisse 1
10 dicembre Osea 5-8; Apocalisse 2
11 dicembre Osea 9-11; Apocalisse 3
12 dicembre Osea 12-14; Apocalisse 4
13 dicembre Gioele; Apocalisse 5
14 dicembre Amos 1-3; Apocalisse 6
15 dicembre Amos 4-6; Apocalisse 7
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