Immagine e presentazione. “Così sono, e questo faccio”. La loro sintesi, senza parole, è racchiusa in un logo. Espressione di un casato, icona di un tempo, immagine di un brand, questo e tanto altro si cela dietro un logo. Non si tratta semplicemente di una “forma carina” da utilizzare per un biglietto da visita o su un profilo social. Racchiude studio, progettazione, e quindi tanto lavoro. Ed è per questo che chiunque può creare un logo, ma non tutti possono creare quello giusto, quello più adatto, più efficace e duraturo per rappresentare una persona, un gruppo, un progetto, un impegno, una visione. Un logo è come la punta di un iceberg, la parte visibile di tutto il resto che è sotto acqua, la parte che racconta in modo sintetico la sua enorme massa. Un logo quindi è efficace quando riesce ad esprimere l’anima e l’essenza di chi rappresenta, e se non lo fa, ovviamente, non lo è. E se lo fa solo in parte è solo parzialmente efficace.
Tutto questo per spiegarvi il perché di un cambiamento. Da un decennio la mia persona, il mio impegno ministeriale, il mio servizio editoriale e formativo è stato sintetizzato magistralmente nell’unione delle mie iniziali E (Elpidio) e P (Pezzella) dall’intuito di una persona dai tratti geniali. Queste due lettere, dal tratto doppio e forte, sono state racchiuse in un quadrato a rappresentare la stabilità, la coerenza e la correttezza, in quanto a girarlo le dimensioni e il contenuto restavano invariati. Anzi al suo interno si generavano altri quadrati perfettamente allineati. Il suo spessore poteva essere indice di un carattere forte, predominante, e per qualcuno forse prevalente, nel senso di uno che tendeva ad apparire. L’incrocio delle due lettere generava il simbolo cristiano per eccellenza, un pesce (ictus), rivolto verso l’alto: un animo cristiano, una mente rivolta verso Dio, la fede, contenuto principale e stimolo iniziale di ogni attività. Nello stesso tempo la condivisione dei principi biblici e il desiderio di vedere altri abbracciarli e da essi lasciarsi edificare.
Se questo è quanto contenuto, perfettamente rispondente al sottoscritto, perché cambiarlo? L'emergenza della pandemia che tutti stiamo vivendo ha favorito la riflessione, costringendo alla ricerca di un incontro soprannaturale, oltre le ritualità acquisite per abitudine e soprattutto interrogando onestamente se stessi. A me è accaduto. Quando pensi di aver raggiunto una certa stabilità e di essere forte per affrontare tutto, scopri che puoi sempre migliorare, se desideri continuare a crescere. Se ti fermi, puoi irrigidirti e diventare ostacolo e peso, o almeno apparire tale. Allora occorre alleggerire la propria immagine, affinché chi ti segue si ricordi di avere gli occhi rivolti a Colui che è “capo e compitore della nostra fede”. Sgravarsi di peso eccessivo mette in condizione di muoversi di più, pur conservando la forma quadrata si percepisce come maggiormente disponibile ed anche più leggero. Ed ecco che il logo è stato così sapientemente affinato. Ma non bastava. Occorreva il tocco del Maestro. Questo lungo periodo di emergenza mondiale ha fatto comprendere che non si può restare fermi e impassibili. Occorre un movimento, un’azione che testimoni il cambiamento e generi altrettanto in chi ti osserva.
E se vuoi far muovere un quadrato cosa accade? Se lo spingi non rotolerà, ma finirà prima in bilico e poi faccia a terra. Ed è quel che mi è accaduto. Prostrato. Nel piegarmi ai piedi del Signore, il pesce, che poco si notava, oggi è chiaramente visibile. Non sono più le due iniziali a dominare la scena, ma quello che prima era l’essenza, la parte nascosta. Il contenuto è identico, ma quel che esterna è totalmente altro. Se prima la fede si sprigionava dalla persona, ora la persona è radicata alla fede. Il pesce traina tutto il resto. Cristo è il motore del mio impegno, è il terminale di ogni attività, il Suo nome il solo nome davanti al quale piego le mie ginocchia. La scelta di inclinare il logo non è puro estro grafico. Molto più di un atto di umiltà, è l’inizio di un tempo nuovo, perché riconosco di essere cambiato. E questo accade nel periodo dell’uscita del mio ultimo libro “Un padre e due figli”, con il figlio minore che si piega tra le braccia del padre e quello maggiore, rimasto rigido, invitato a sciogliersi.
Il cambiamento del logo ha riguardato a tutto tondo la mia presenza nei media e nei social, grazie a preziose collaborazioni, ciascuna un dono di Dio per la mia vita. Cambiare è voglia di migliorare e anche di rinnovamento. Ed è così che in breve tempo si è lavorato a un restyling totale del sito/blog, da questo momento online. Nello stesso tempo si è lavorato per ampliare la diffusione della Parola coerentemente alla predominanza del pesce nel logo, rendendo disponibile su tutti le maggiori app di podcast parte del materiale audio presente su Youtube. Siccome cambiamento e rinnovamento non sono faccende di un giorno, ma che per essere tali richiedono tempo, ci sarà di sicuro qualcosa da ritoccare ed aggiustare. Per questo, faccio affidamento alla vostra fraterna comprensione e cortese collaborazione nel farmi giungere eventuali segnalazioni. Consapevole che si tratta di un servizio di cuore e con il cuore, spero di continuare ad essere di ispirazione e monito a tanti. Grazie.
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