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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Il seme nel terreno

Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno, e dorma e si alzi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce senza che egli sappia come.

Marco 4:26-27

Il regno di Dio è stato soggetto principale dell’annuncio di Gesù, mentre l’attesa messianica del popolo di Israele era legata all’idea di un “revival” del regno davidico, dissoltosi tra battaglie e successori vari. Gesù cercò di far loro comprendere che non si trattava di una sorta di governo terreno, ma un qualcosa che si realizza con la Sua presenza. Nonostante la chiarezza delle Sue parole non siamo ancora in grado di riconoscere immediatamente il Suo regno. Eppure non dovrebbe essere difficile dato che Egli dichiara che è nei nostri cuori: «... poiché ecco il regno di Dio è dentro di voi» (Luca 17:21b). Gesù non ha lesinato parabole pur di renderlo alla portata dei suoi ascoltatori, e tra queste quella del seme gettato nel terreno. Il regno è paragonato ad un seminatore che pianta un seme e ritorna poi alle sue attività quotidiane. Nel mentre il seme germoglia e cresce senza che egli sappia come ciò sia avvenuto. Il Signore lasciava intendere che il Suo regno nasce e si sviluppa senza che noi sappiamo come ciò possa accadere. La prima tappa che ha permesso il veder crescere in noi il Suo regno è iniziata con la frequentazione della chiesa, di una riunione cellulare e/o attraverso la lettura della Sua parola. Non sono tali attività, però, a permettere che il seme sbocci, ma è l’opera che lo Spirito Santo compie in ognuno senza che nemmeno ce ne accorgiamo.


Lo Spirito opera in noi a Suo piacimento e, allo stesso tempo, non siamo in grado di capire dove, quando e come ciò avvenga. Tutti quelli che sono raggiunti dalla Sua opera avvertono che qualcosa di nuovo sta nascendo dentro ed il “terreno”comincia ad alzarsi per permettere al seme di sbocciare. Pur non avendo una perfetta cognizione di quando il Signore ha posto in noi il Suo seme, ricordiamo che progressivamente è nato il desiderio per le cose di Dio mentre ci allontanavamo dalle altre. I nostri occhi si sono aperti ed abbiamo notato fino ad allora camminavamo lontano dalla Sua presenza. Una volta che il seme è stato posto nel nostro terreno, dobbiamo permettere allo Spirito di operare affinché possa crescere. Mentre non possiamo impedire che il seme sbocci, possiamo invece rifiutare l’opera dello Spirito nella nostra vita, questo perché la decisione di cambiare direzione spetta a noi. Se la nostra decisione sarà quella di affidarci a Lui il nostro seme inizierà a germogliare, e lo vedremo crescere giorno dopo giorno, perché il Signore è Colui che quando inizia un’opera la porta a compimento (Salmi 57:2; Filippesi 1:6). Se in noi è presente un germoglio non restiamo immobili a contemplarlo, ma dobbiamo lasciare che Egli completi la Sua opera in noi.


Non dobbiamo, però, dimenticare che il tempo scorre sulle nostre vite e non possiamo rimanere germogli per sempre. Dio si attende che ciascuno di noi gli permetta di compiere l’opera Sua in noi senza aver paura di passare da una fase all’altra. La nostra esistenza è caratterizzata da tappe che volenti o nolenti dobbiamo affrontare. In un’altra parabola Gesù narra di un uomo che prima di partire per un viaggio affidò dei talenti a tre suoi servitori. Mentre due di loro fecero fruttare quanto ricevuto, il terzo non ne ricavò alcun guadagno (Matteo 25:14-30). Anche noi potremmo finire come quest’ultimo che non ha permesso che si producesse frutto da quanto gli era stato affidato. Il Signore non solo pianta un seme in noi, ma ci affida il compito di annunciare il Suo regno agli altri affinché porti nuovo frutto. Il Vangelo ci ricorda che il regno di Dio è nei nostri cuori e dov’è il nostro cuore la è il nostro tesoro (Matteo 6:19-23). Concediamo, quindi, la nostra terra all’opera del Signore e rendiamo disponibili ad essere vasi ad onore e strumenti che possano servirLo fino al giorno della mietitura, consapevoli che dobbiamo cercare «prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte» (Matteo 6:33).



 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 45


30 ottobre

Geremia 20-21; 2 Timoteo 4

31 ottobre

Geremia 22-23; Tito 1

01 novembre

Geremia 24-26; Tito 2

02 novembre

Geremia 27-29; Tito 3

03 novembre

Geremia 30-31; Filemone

04 novembre

Geremia 32-33; Ebrei 1

05 novembre

Geremia 34-36; Ebrei 2

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