top of page
Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Intelligenza Artificiale e Anima Digitale

Se ne sta facendo un gran parlare da tempo. Il progresso tecnologico infervora le nuove generazioni proiettandole in un mondo sempre più virtuale e abitato dagli avatar. Ed è così che, se il sogno di trasferire la chiesa nel Metaverso è stato parzialmente accantonato, lasciando sempre più spazio all’intelligenza artificiale, questa è tornata in maniera preponderante alla ribalta dell’informazione e dell’opinione pubblica, per la serie che se Maometto non va alla montagna è la montagna ad andare da Maometto. Di cosa parliamo? L’intelligenza artificiale, Artificial Intelligence (AI), è un sistema intelligente che risolve un problema ottenendo il miglior risultato con le informazioni a disposizione. Circa settanta anni fa, nel 1956, l’impegno a Dartmouth fu di cominciare a lavorare allo sviluppo di questa tecnologia per far sì che risolvesse compiti sempre più complessi, e che fosse in grado di apprendere dagli errori. Se qualcuno pensava che vi fosse un limite, i fatti ultimi dicono che non ve ne sono ormai più. Parlare di anima “digitale” non è più fantascienza.

Venerdì 10 giugno u.s., nella cittadina bavarese di Fürth, durante il congresso biennale della Chiesa evangelica tedesca (Ekd), è stato recitato il primo sermone dall’intelligenza artificiale di ChatGpt. Notizia nella notizia, per assistere si è creata una fila di un centinaio di metri un’ora prima. Secondo Jonas Simmerlein, il teologo e filosofo viennese che ha realizzato il progetto, l’intelligenza artificiale non potrà sostituire pienamente un predicatore, ma lo potrebbe aiutare a liberare un po' di tempo e rendere più semplice il lavoro quotidiano: «L’intelligenza artificiale si impadronirà sempre più delle nostre vite, in tutte le sue sfaccettature. Ed è per questo che è utile imparare a gestirla». I partecipanti hanno avuto reazioni contrastanti alle voci monotone e alle espressioni facciali neutre degli avatar, notando che a volte parlavano troppo velocemente. Il sermone sul tema del congresso “Ora è il momento”, ha parlato di lasciarsi alle spalle il passato, affrontare il presente, superare la paura della morte e riporre fiducia in Gesù Cristo. Se i contenuti erano buoni, è apparsa però evidente la mancanza di «cuore e anima», niente emozioni e spiritualità. Il flop maggiore è stata l’incapacità di interagire con i fedeli presenti, non riuscendo a distinguere i vari momenti della funzione. Non poteva essere altrimenti! La celebrazione di un servizio religioso richiede ancora un tocco umano, ma la strada appare tremendamente segnata anche in questo ambito. Tuttavia gli interrogativi restano davanti al travalicamento del terreno morale ed etico, e la chiesa mondiale è sollecitata a prendere posizione.

Quanto accaduto in Germania non è un caso isolato. A febbraio di quest’anno, a Domos, un piccolo borgo ungherese, il sacerdote Viktor Csanadi aveva fatto ricorso all’intelligenza artificiale per la sua predica domenicale. Il risultato è stato «spaventoso e affascinante», come aveva dichiarato successivamente il sacerdote commentando il testo prodotto dal ChatGPT, l’intelligenza artificiale dell’OpenAI, e da lui pronunciato in chiesa. Ci sono anche altri precedenti. Dal 2019 in Giappone, nell’antico tempio buddista di Kodaiji, a Kyoto, i fedeli vengono accolti da Mindar, un robot umanoide buddista (nella foto) che dispensa con le sue mani in silicone e il suo viso androide gesti benedicenti e formule spirituali.

Se nella tradizione shintoista non c’è una netta distinzione tra mondo animato e inanimato, il che favorisce l’adorazione dell’androide, in Occidente le cose non stanno diversamente, dato che una cosa analoga è stata sperimentata a Varsavia (Polonia). Qui è attivo dal 2021 SanTo (SANctified Theomorphic Operator), il primo robot cattolico, creato da Gabriele Trovato, ricercatore italiano e guru della robotica religiosa. Alto circa 40 centimetri, SanTo (nella foto) con voce baritonale è programmato per recitare il rosario, accompagnare nelle preghiere i fedeli, confortarli (!?) con le frasi del Vangelo nel caso che qualcuno stia vivendo drammi o crisi spirituali. Buddisti, cattolici, luterani, tutto il mondo è paese e le religioni non fanno differenza.


Anche se echeggia che nessuna “diabolica” macchina potrà mai sostituire l’essere umano, in quanto priva dell’anima, si fa spazio la domanda se l’intelligenza artificiale potrà convincere i fedeli con un buon sermone come o addirittura meglio di un predicatore in carne ed ossa. Sorrido, nella speranza di sdrammatizzare, all’ipotesi che sicuramente la grammatica ne guadagnerebbe e non ci sarebbero esagerazioni o strafalcioni fuori luogo. Resta il fatto che l’esperimento di Fürth ha scioccato e sconcertato alcuni al punto da far supporre ad una notizia “fake”, mentre altri hanno reagito con mestizia all’ennesimo step di svuotamento di quella parte di chiesa ormai spiritualmente morta. Sì, perché è proprio la parte spirituale quella centrale. Dov’è l’azione dello Spirito, assicurata in nostro soccorso? Dove sono gli uomini mossi dallo Spirito in grado di annunciare con fiera franchezza il Vangelo, potenza di Dio? Veramente ci sono posti nel mondo dove non c’è una bocca disposta a parlare nel nome del Signore? La Bibbia assicura che in tal caso saranno le pietre a parlare, ma non il prodotto della scienza umana. Personalmente se ci chiniamo a tutto ciò, sarà come rivivere quello che accadde ai piedi dell’Horeb ai tempi di Mosè. Dopo aver messo a disposizione di Aronne il proprio oro, il popolo chiese un “idolo” da vedere e toccare e davanti al quale inchinarsi, riconoscendolo superiore ad essi. L’Intelligenza Artificiale prodotta dall’uomo è posta così tra sé e il divino, in una nuova forma di idolatria moderna.


Lo scopo di progettare e rendere accessibili tali artefatti tecnologici dovrebbe essere unicamente quello di migliorare la vita degli individui e non di piegarli a un progressivo soggiogamento, modificando la dinamica e il rapporto tra l’uomo e la propria dimensione spirituale. Non ignoriamo il fatto che cominciamo ad assistere ai primi matrimoni con partner creati con l'intelligenza artificiale. Se tutto ciò lascia comunque sottotraccia una scia di inquietudine, perché al peggio non c'è mai fine, spero solleciti riflessioni ad alta voce, affinché nessuno venga colto all’improvviso. In un tour globale per discutere il significato dell'intelligenza artificiale, Sam Altman, CEO di OpenAI, il creatore di ChatGPT (proprio quello usato in Germania), ha affermato che la tecnologia rappresenta un "rischio esistenziale" per l'umanità. La vigilanza è tra le prerogative dei discepoli. Nessuno si addormenti, lasciando spegnare la propria lampada. Nessuno volga altrove lo sguardo, supponendo frettolosamente che la questione non ci riguarda. Mentre le tenebre avanzano, è il caso di alimentare la fiamma e la luce.

528 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page