«Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?».
Isaia 21:11
Quando non sai cosa fare e la notte giunge con il suo buio quasi a calare il sipario, la sapienza popolare ci ricorda invece che la notte porta consiglio. Mentre al buio ci troviamo faccia a faccia con i nostri dubbi e con le nostre paure, l’attesa dell’alba diventa segno di speranza e questo tempo prospero di pensieri. Chissà cosa pensava la sentinella del nostro brano? Il profeta ritrae in una notte silenziosa e tiepida, una vedetta che sta vegliando sulle mura di una città. Non sappiamo da quanto tempo sia lì. Dipende dalla durata della notte. Forse da secoli o forse da pochissimo. Aspetta che una voce umana, rabbiosa o animata dalla fede, sussurri la fatidica domanda. Ecco che alla sentinella, vigile e attenta nel suo compito, chiedono ripetutamente: “A che punto siamo della notte?” La domanda echeggia come un grido disperato da parte degli abitanti della regione che chiedono per quanto tempo ancora debbano sopportare oppressione e umiliazione, e se per loro c’è una speranza di salvezza.
Se dal testo biblico ci volgiamo al nostro tempo, percorrendo le vie di molte città, entrando nelle case e nei palazzi fino a giungere nelle camerette buie dove si ode singhiozzare sommessamente su un cuscino ormai intriso come uno straccio da cucina, si ode la stessa domanda o altre simili: quando durerà ancora la notte che l’umanità sta vivendo? Quanto finirà questo terribile periodo per la mia famiglia? Vorrei essere una sentinella che annunci l’alba, che vede il sole sporgersi all’orizzonte e mordacemente alzarsi in cielo. Vorrei rassicurare ogni lettore che bisogna avere pazienza e non arrendersi, interrogare Dio fino a quando il giorno spunterà e la notte sarà finita. La sentinella dell’oracolo di Isaia risponde in modo misterioso: “Viene il mattino, e viene anche la notte”: sembra annunciare una liberazione, che però non è definitiva; le tenebre, prima diradate dalla luce del mattino, ritorneranno nuovamente in un alternarsi di giorno e notte, e cosi via.
Una notte, Bernt Øksendal, professore di matematica all’università di Oslo, si trovava in piedi nell’aula deserta in cui teneva normalmente lezione. Davanti alla grande lavagna ha appena finito di scrivere l’ultima parte dei modelli matematici adatti a studiare l’andamento dei fenomeni che seguono invece leggi casuali mentre evolvono nel tempo: problemi complessi e indecifrabili per la maggior parte di noi. Sfinito, con le dita impolverate del gesso, si siede e fissa la lavagna. Ha lavorato per anni sulle sue equazioni, e ora che è giunto alla conclusione è confuso e insoddisfatto. Così descrive il momento in un suo libro: “Non siamo riusciti a rispondere alle nostre domande. Le risposte che abbiamo trovato servono solo a sollevare un’intera serie di nuove domande. In qualche modo sentiamo di essere più confusi che mai, anche se crediamo di essere confusi a un livello superiore e su cose più importanti”. Il professore non è in grado di fornire una spiegazione scientifica al mistero dell’uomo nel contesto del mistero dell’universo che lo circonda. La sua constatazione è quella di molti di noi. Ci sforziamo, ma non troviamo la risposta.
Il testo di Isaia fa capire che quella domanda rimarrà senza risposta. Anzi, che la risposta sta proprio nel continuare a sentire quella voce che chiede incessante “A che punto è la notte?”, fino a quando domanda e risposta divengono tutt’uno. La voce della sentinella pare spandersi come un’eco infinita: «Viene la mattina, e viene anche la notte. Se volete interrogare, interrogate pure; tornate un’altra volta» (v. 12). In lontananza pare udire Dio: “Alla notte segue sempre il mattino, ma io non dormo e non sonnecchio, anzi veglio sempre, perciò insistete, ridomandate, tornate ancora, ogni volta che lo vorrete, non vi stancate…”. Forse oggi tu sei confuso e non fai altro che interrogare la sentinella. Se la sapienza popolare rimanda all’attesa perché la notte finirà, prima o poi, la fede puoi illuminare ogni situazione e rischiarare la notte più tenebrosa. La risposta della sentinella è chiara, ossia il passaggio della notte sarà repentino e un’altra notte arriverà. Il suo appassionato invito a continuare a tornare e a domandare, a non smettere di cercare e desiderare la fine della notte può essere letto come un invito alla conversione, a “venire”, tornare a Dio, unica fonte di luce e di vita, approdo sicuro, ma anche di vitalità e resilienza.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 25
17 giugno Neemia 10-11; Atti 4:1-22
18 giugno Neemia 12-13; Atti 4:23-37
19 giugno Ester 1-2; Atti 5:1-21
20 giugno Ester 3-5; Atti 5:22-42
21 giugno Ester 6-8; Atti 6
22 giugno Ester 9-10; Atti 7:1-21
23 giugno Giobbe 1-2; Atti 7:22-43
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