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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Nessun disegno divino sarà impedito

Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito.

Giobbe 42:2

Il nuovo anno è arrivato da qualche giorno, accompagnato dalla consueta scia di auguri e saluti vari. Molti credenti usano dedicare versi e arricchire un biglietto con una citazione biblica. Spero anche tu abbia ricevuto la tua dose. In tal caso non saranno mancati questi versi a ricordarci chi è Colui che può donarci giorni migliori e cosa li può rendere unici. Tra i più ricorrenti c’è anche questo: “L’Eterno ti benedica e ti custodisca! L’Eterno faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! L’Eterno rivolga il suo volto su di te e ti dia la pace!” (Numeri 6:24-26). Si tratta della preghiera affidata a Mosè e trasferita ai sacerdoti per il popolo tutto, la cosiddetta “benedizione di Aaronne”, tutt´altro che una formula propiziatoria. I momenti più solenni della vita comunitaria ebraica, ancora oggi, si concludono con essa. Resta fermo che la benedizione procede da Dio, l’unico in grado di poterla elargire, e che noi la possiamo solo dichiarare e invocare. Nello specifico diverse espressioni ci aiutano a definirne gli orizzonti: custodire, sentire su di sé il volto splendente di Dio, ricevere la grazia di Dio, avere pace. Il concetto centrale di questa formula è appunto la pace (shalom), termine che non esprimere soltanto la prosperità di un tempo in cui non ci sono guerre, ma la perfetta armonia che nasce dal compimento della volontà dell´Eterno. E di shalom il mondo intero ne ha urgentemente bisogno, Israele incluso.


A Lui si volge fiducioso il mio sguardo, utilizzando il verso tratto da Giobbe e che mi è stato indirizzato in questo recente periodo: “Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito”. Con i nostri sforzi, seppur immani, non sempre riusciamo a raggiungere gli obiettivi, dovendo fare i conti con realtà esterne e qualche volta misurandoci anche con opposizioni e resistenze spirituali. Giobbe è certo che nessun disegno divino potrà essere impedito. Pertanto il nostro impegno dovrebbe essere quello di muoverci all’interno dei Suoi disegni, di porre la nostra volontà nella Sua, poiché “il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre” (Apocalisse 3:7). Trovo più che calzante l’ultimo verso che ho ricevuto a chiusura delle feste: “Isacco seminò in quel paese, e in quell’anno raccolse il centuplo; e l’Eterno lo benedisse” (Genesi 26:12). Il patriarca era intenzionato a lasciare il paese a motivo della carestia, ma fu frenato dall’Eterno che aveva un disegno diverso. La carestia è sinonimo di una difficoltà temporanea, dinanzi alla quale la reazione più comune è l’immobilismo. Di fronte al problema la maggior parte di noi resta ferma. La Genesi, invece, ci ricorda come i patriarchi dinanzi ad una carestia si siano messi in viaggio. Lo stesso voleva fare Isacco prima di essere bloccato ed esortato a soggiornare a Gherar. Questo è il momento di riconoscere che Lui può tutto ed agire in piena fiducia.


Se Giobbe deve tenere a freno la lingua per non peccare, Isacco non frenerà le mani. La sua permanenza nel paese filisteo è attiva: “seminò”. Nonostante si ritrovi in mezzo a un popolo ostile, osservato e controllato, finanche osteggiato e minacciato, il disegno di Dio non può essere impedito. E chi semina lo fa con la certezza di raccogliere un frutto, senza badare al tempo e senza distinguere tra giorno e sera, perché ogni momento è quello buono. Infatti, l’Ecclesiaste consiglierà: “Semina il tuo seme al mattino e la sera non dar riposo alla tua mano, perché tu non sai quale dei due riuscirà meglio: se questo o quello, o se saranno buoni tutt’e due” (11:6). La semina di Isacco aveva qualcosa di straordinario, seguiva un preciso ordine divino. Lui si attenne alle indicazioni e l’Eterno lo benedisse, facendogli raccogliere il centuplo. Ed è a questo che desidero mirare nei giorni a venire e lo stesso spero possa fare tu in perfetta armonia con Dio, l´unico vero artefice della benedizione e della moltiplicazione di quel poco che avremo forza e coraggio di seminare. Solo un seme di fede e la Sua grazia ci hanno consentito di giungere fin qui, benedicendo il nome del Signore e continuando ad invocare il Suo soccorso. Siano i versi biblici e queste brevi meditazioni una preziosa dispensa per affrontare ogni eventuale tipo di carestia.

 


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 02

08 gennaio Genesi 20-22; Matteo 6:19-34

09 gennaio Genesi 23-24; Matteo 7

10 gennaio Genesi 25-26; Matteo 8:1-17

11 gennaio Genesi 27-28; Matteo 8:18-34

12 gennaio Genesi 29-30; Matteo 9:1-17

13 gennaio Genesi 31-32; Matteo 9:18-34

14 gennaio Genesi 33-35; Matteo 10:1-20  

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