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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Oltre il deserto

Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto; e rimase nel deserto quaranta giorni, tentato da Satana. Era con le fiere e gli angeli lo servivano.

Marco 1:12-13

L’esperienza di Gesù post battesimo ci dice che c’è un deserto dove è lo Spirito a condurci, dove è Dio ad accompagnarci. Il battesimo in acqua è punto di passaggio e non di arrivo del cammino cristiano. Se le persone si recavano da Giovanni nel deserto, attratte e compunte nel cuore dal suo messaggio, e poi decidevano di farsi battezzare per testimoniare la loro volontà di cambiamento e pentimento, oggi il battesimo cristiano ha più valore di testimonianza di quanto prodotto dalla Grazia. Resta comunque una tappa, da cui passare e poi continuare. Dopo il battesimo, Gesù è ripieno di Spirito (Luca 4:1), ma non si dirige direttamente nei villaggi o in città a predicare. Prima di cominciare il Suo ministero è condotto nel deserto. In ebraico la parola deserto è midbar, senza parole, quindi il luogo del silenzio, dove impari ad ascoltare, a riconoscere le voci, a distinguere quale è del diavolo e quale di Dio. Diventa quindi area di formazione e preparazione.


C’è un altro deserto però dove ci rechiamo da soli, per fuggire dalla condizione attuale, per allontanarci da situazioni spiacevoli. Lì cerchiamo riparo a volte, altre invece bramiamo una soluzione definitiva, fosse anche la fine dei nostri giorni. Questo accade quando non vediamo alternative e siamo in preda allo scoraggiamento, come nel caso del profeta Elia. “Egli invece si inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a sedersi sotto una ginestra e chiese di poter morire, dicendo: «Ora basta, o Eterno! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri»” (1 Re 19:4). Elia, sconfortato e scoraggiato, si ferma sotto una ginestra e chiede di morire. Si trova in uno stato psichico e spirituale che definisco “la sindrome di Elia”. Ma se lo Spirito aveva sospinto Gesù nel deserto, qui Dio non resta a guardare il suo profeta.


Infatti, mentre Elia si addormenta sotto l’arbusto, un angelo gli porta focacce calde e una brocca d’acqua. Lo desta e lo fa mangiare. Forse senza troppo badare a quanto accadeva, Elia mangia, beve e si rimette a dormire. Allora l’angelo torna nuovamente, lo sveglia una seconda volta. Non so quanto tempo sia intercorso tra le due visitazioni, ciò che ritengo importante è il fatto che l’angelo sia tornato. Dio non ci lascia mollare. Vuole che ci alziamo e usciamo dalla nostra condizione disperata. Questa volta il profeta mangia, beve e riprende il viaggio nel deserto. Dopo aver camminato 40 giorni e 40 notti fino all’Horeb, udrà la voce sommessa e dolce di Dio che gli ordinerà di tornare indietro, ungere un nuovo re e un nuovo profeta, perché Egli non smette di pensare al dopo. Dio poteva dirgli di tornare subito indietro, ma l’ha nutrito e accompagnato nel deserto, affinché imparasse. Qualunque sia il tuo deserto, se ti ha sospinto lo Spirito o se ci sei finito da solo, puoi stare certo che Dio è con te e ti condurrà fuori quando e come lui vorrà.


Il tempo della permanenza, siano giorni o anni, ha nel testo biblico in comune il numero 40. Il diluvio durò 40 giorni e 40 notti. Mosè rimase sul Sinai, 40 giorni. In ebraico una lettera indica il 40: la lettera MEM. Oltre al numero richiama le acque (mayim), da cui scaturì la terra; di conseguenza - con la sua forma - il ventre materno e la madre (in ebraico em). I quaranta giorni così rappresentano un periodo determinato che racchiude un avvenimento o un’esperienza che si prolunga nel tempo, ma che è aperto alla vita. La lettera MEM si collega a un tempo e uno spazio chiuso e limitato, che ha il significato di riparare e comprendere profondamente chi siamo e dove stiamo andando, per ripartire rinnovati e trasformati. Rappresenta anche l’elemento acqua, l’elemento dinamico che scorre e genera trasformazioni. Inoltre rappresenta il punto di congiunzione tra un prima ed un dopo, un cambiamento, la ripresa dopo la fine, la metamorfosi. La Mem ci parla di un OLTRE possibile. L’arcobaleno dopo il diluvio. Il popolo entrerà a Canaan. Elia tornerà sui suoi passi, e ci sarà un nuovo monarca e un nuovo profeta. Gesù uscirà dal deserto “nella potenza dello Spirito”(Luca 4:14). Tu non riesci a vedere quel che è OLTRE, ma Dio è Colui che va oltre la tua immaginazione, oltre le tue supposizioni...


“Guardare il cielo è guardare la storia con gli occhi di Dio. Le stelle che illuminano la notte

dicono che non c’è oscurità che non possa essere allentata e allontanata“


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 32

31 luglio Salmi 54-56; Romani 3

01 agosto Salmi 57-59; Romani 4

02 agosto Salmi 60-62; Romani 5

03 agosto Salmi 63-65; Romani 6

04 agosto Salmi 66-67; Romani 7

05 agosto Salmi 68-69; Romani 8:1-21

06 agosto Salmi 70-71; Romani 8:22-39



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