Essi vanno di valore in valore, e infine compaiono davanti a Dio in Sion.
Salmi 84:7
L’espressione è nota a molti per un antico canto che così recita: “Voglio andar di valore in valor, fino al fin seguire il Signore…”, ma non tutti la collocherebbero in un Salmo. Il canto, profondamente legato al testo biblico, riesce a rappresentare al pari del salmo il cammino del credente verso la Gerusalemme celeste. Si tratta, infatti, di un canto di pellegrinaggio, con cui l’orante accompagnava i suoi passi mentre si dirigeva al Tempio di Gerusalemme. Il contenuto nei secoli si è rivelato molto adatto ad accompagnare nella quotidianità la vita credente, a sostenere la fatica tipica di chi è in movimento. La vita cristiana non è una fiction televisiva, ma un’esperienza che risente della fatica e dello sforzo necessari per giungere degnamente al termine del suo corso. Il pellegrino, nonostante la strada in salita comincia a farsi sentire sotto i suoi piedi impolverati, trae forza dal desiderio di trascorrere del tempo nella casa del Signore, i cui cortili sono amabili e ove anche la più piccola delle creature trova accoglienza.
Ritengo che l’intero Salmo ci possa aiutare nel nostro viaggio, e finanche accompagnarci nella quotidianità. Il tema principale è sicuramente quello del cammino, ma non da meno è la destinazione finale che ci attende. Ed è proprio la meta verso la quale cammina a rendere piacevole il viaggio e sopportabile la fatica, anche quando la strada diventa pesante e la stanchezza potrebbe avere il sopravvento. “Beati quelli che ripongono la loro forza in te e che hanno in cuore le tue vie! Quando attraversano la valle di Baka, la trasformano in luogo di sorgenti, e la prima pioggia la ricopre di benedizioni” (vv. 5-6). Il sentiero ha un punto di passaggio obbligatorio nella valle di Baka. Non per tutti Baka è un luogo geografico ben identificabile, ed indica la valle del pianto, un luogo di una sconfitta, dal significato possibile del nome. Nella tradizione cristiana ha dato origine all’espressione “valle di lacrime’” per indicare il pellegrinaggio sulla terra. Potrebbe voler descrivere un posto dove si piange, ma anche l’immagine di un posto orrendo. In realtà potrebbe essere messo in relazione con il luogo arido dove crescono i “becaim”, degli alberi resinosi. Infatti, si tratterebbe proprio del gocciolare della linfa di questi alberi ad evocare le lacrime. Resta comunque un territorio ostile, che potrebbe descrivere uno stato d’animo o la condizione di alcuno.
I pellegrini nell’attraversare questa valle arida fanno l’esperienza di portare sorgenti e trasformare quella situazione. Al pari del Signore che fa sorgere un giardino nel deserto (Isaia 51:3) recando consolazione, così dal seno dei credenti sgorgheranno fiumi d’acqua viva (Giovanni 7:38). L’immagine di Gerusalemme come città stabile sulla roccia è il contrario della tensione del vivere quotidiano, per questo offre speranza. Una volta giunto nelle sue mura, il pellegrino è finalmente nella casa del Signore, ove non c’è più niente da cercare o da attendere. Noi, in quanto pellegrini, stiamo percorrendo la via che mena al cielo, e seppur non intravediamo la Sion celeste, crediamo al Vangelo. Incoraggio a fare di questo Salmo un fidato compagno nei tempi dell’inquietudine. Una volta attraversata la valle dell’afflizione, del luogo arido, e anche dopo aver versato amare lacrime, il pellegrino si riscopre più forte. Il passaggio di ogni difficoltà, il superamento dell’ennesima prova, alza la consapevolezza delle proprie possibilità in Dio, ed è così che si va di valore in valore. E questo lo rende beato (vv. 4 e 5), ancor prima di ritrovarsi faccia a faccia con il Creatore.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 12
13 marzo Deuteronomio 19-21; Marco 13:21-37
14 marzo Deuteronomio 22-24; Marco 14:1-26
15 marzo Deuteronomio 25-27; Marco 14:27-53
16 marzo Deuteronomio 28-29; Marco 14:54-72
17 marzo Deuteronomio 30-31; Marco 15:1-25
18 marzo Deuteronomio 32-34; Marco 15:26-47
19 marzo Giosuè 1-3; Marco 16
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