Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli sputato sugli occhi e impostegli le mani, gli domandò se vedesse qualcosa.
Marco 8:23
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Il vangelo di Marco ci propone un testo esclusivo che narra un singolare miracolo, compiuto in due tempi da Gesù. Siamo a Betsaida, un antico villaggio di pescatori di cui erano originari Pietro, Andrea e Filippo, e il cui nome significa appunto “casa della pesca”. Non viene difficile immaginare la catena di conoscenze che porta questo cieco a Gesù, il quale ha già compiuto una serie di miracoli e “quanti lo toccavano guarivano” (5:56). Ci sono in questo racconto due elementi che catturano la mia attenzione. Il primo è Gesù che prende per mano il cieco e lo conduce fuori dal villaggio prima di intervenire e dare risposta al suo bisogno. Il secondo è il non vedere chiaramente da parte dell’uomo. Andiamo per ordine. Anche con il sordomuto precedentemente Gesù aveva avuto lo stesso scrupolo di non dare spettacolo prendendolo in disparte, “lontano dalla folla” (7:33). Nel nostro caso la separazione da ogni possibile spettatore è ancora più marcata con l’uscita dall’abitato. Molti interpreti leggono insieme le due guarigioni, come parabola della difficoltà dei farisei e degli discepoli a intendere chi sia veramente il Maestro. Simbolicamente Gesù mira ad aprire gli orecchi, sciogliere la lingua e illuminare gli occhi di quanti chiama alla propria sequela. Ma per fare questo occorre uscire dal nostro villaggio, allontanarsi dalla folla.
Gesù che lo prende per mano è un dettaglio di una tenerezza inedita. Quante volte nelle nostre lotte vorremmo trovare quella mano che ci afferra e ci conduce fuori. Penso che l’essere presi per mano è ciò che tante volte manca. La vita spirituale è proprio questo, lasciarsi prendere per mano dal Signore, lontani da ogni forma di spettacolarità. Egli opera lontano dal chiasso e dalla curiosità irrispettosa. Ricerca un rapporto con la persona, per entrare nelle profondità del suo essere e lì operare. Occorre andare in un luogo dove nessuno lo guarda, perché se si sente fissato dagli altri e non può guardare gli altri negli occhi, lui non potrà aprire i suoi. Non possiamo realizzare l’agire divino sotto il condizionamento di sguardi che pesano e giudicano. I suoi occhi chiusi parlano di insicurezza, per lui è notte fonda. Ecco perché il Signore ha un fare protettivo. Quel prenderlo per mano prima e poi toccargli occhi sono un abbraccio circondante. Anche lo strofinare gli occhi con la saliva è un calore che comunica sicurezza. Solo ora Gesù gli chiede se vede qualcosa. Quello vede e non vede, tant’è che le persone gli appaiono come “alberi che camminano”. La sua condizione è quella di chi non riesce ancora a vedere chiaramente.
Non basta essere presi per mano, camminare un po' con Gesù, uscire pure dalla folla e dalle suggestioni diffuse. Nonostante lo spostamento, ti accorgi che vedi poco e sbiadito, non riesci ancora a mettere a fuoco quello che ti circonda. E Lui lo sa. Apprezzo grandemente l’onesta di questo uomo che non ha avuto timore di dire il vero, senza fingere che tutto andava bene. La sua sincerità induce Gesù a imporgli di nuovo le mani e solo dopo ci vede “chiaramente”. Il Maestro tocca il dolore delle persone immedesimandosi in loro. Non accusa l’uomo di non aver avuto abbastanza fede. Il Suo tocco che fa sì che gli occhi delle persone possano ritornare ad aprirsi. Infonde quella fiducia che consente di vedere la vita in maniera diversa. Per tutto ciò è importante lasciarsi toccare da Lui, anche più volte. Infatti, la guarigione di quest’uomo è accaduta un po’ alla volta, non nell’immediato. È quello che capita spesso a ciascuno di noi quando ci avviciniamo al Signore. Una volta trovata la forza per uscire dal “villaggio”, dal modo di pensare diffuso, i nostri occhi cominciano a vedere, ma gradualmente. Ciò che ci cambia completamente richiede tempo. Credo che questo principio di gradualità ci preserva da una fede emotiva legata all’effetto dell’entusiasmo dell’incontro con il Cristo. Signore, vieni a prendermi per mano. Signore, toccami.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 09
24 febbraio Numeri 7-8; Marco 4:21-41
25 febbraio Numeri 9-11; Marco 5:1-20
26 febbraio Numeri 12-14; Marco 5:21-43
27 febbraio Numeri 15-16; Marco 6:1-29
28 febbraio Numeri 17-19; Marco 6:30-56
01 marzo Numeri 20-22; Marco 7:1-13
02 marzo Numeri 23-25; Marco 7:14-37
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