Sotto il cielo stellato di una afosa serata di luglio, dal palco di Aversa Gospel si è levato giovedì 21 luglio un grido alle istituzioni a favore di chi, con serietà e dedizione, da anni ha fatto della sofferenza di tante famiglie la propria mission, offrendo non solo la propria spalla, ma un luogo di ascolto, sostegno e relazione per affrontare con minori patemi il dramma di un figlio affetto da disturbi dello spettro autistico. Sì, perché i dati di quello che va profilandosi come un serio problema sociale per le prossime generazioni non possono essere ignorati, e la nutrita platea intervenuta per l’occasione mostra tutta la sua sensibilità ed empatia verso i più deboli, andando oltre ogni tipo di facile e superficiale stereotipo, a dispetto di chi invece segue l’esempio dello struzzo.
All’interno del programma della 18° edizione di una manifestazione che nasce nel seno della comunità evangelica aversana “Nuova Pentecoste”, lo scrittore e blogger Elpidio Pezzella ha aperto una finestra sull’autismo con il contributo e la presenza di Vincenzo Abate, fondatore con sua moglie Antonella dell’associazione onlus “La Forza del Silenzio”, fornendo alcuni dati del fenomeno su cui riflettere e interrogarsi. Si stima che attualmente in Italia 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi. Questo vuol dire che ad oggi sono oltre 600 mila le persone interessate, tante quante l’intera città di Palermo. Mentre le famiglie coinvolte sono tre volte tanto: si pensi allora ad un numero pari a due volte l’intera città di Napoli. E il trend è così drammaticamente in crescita, che gli esperti ipotizzano che nel 2050 si potrebbe parlare di un’incidenza pari a un bambino su quattro. C’è poco da stare sereni.
Purtroppo nessuno è mai pronto o preparato ad affrontare una disabilità perenne. Quando arriva la diagnosi piomba il silenzio dello sconforto, il dramma di chi si vede sopraffatto e non sa come restare a galla, a chi e cosa aggrapparsi. Come sottolineato dal palco, “l’autismo è trattabile”, ed è essenziale una precoce identificazione e un intervento tempestivo, quando alcuni processi di sviluppo possono ancora venire modificati. Ciò richiede inevitabilmente mezzi e strutture, risorse e leggi in materia che consentono un accompagnamento nel tempo, e non si può lasciare gravare il tutto sugli inermi genitori, molti dei quali piombano di conseguenza anche in una crisi matrimoniale. Alla manifestazione erano presenti diverse famiglie che hanno accolto lo spazio offerto all’intervento di Abate come un segno divino, riuscendo almeno per una sera a non sentirsi soli e a ritenere che, nonostante tutto, c’è qualcuno che ha consapevolezza di quello che stanno vivendo, a dispetto dei servizi sociali di molti Comuni e delle Asl di competenza latenti e indifferenti.
Vincenzo Abate, in quanto genitore di due gemelli (Gennaro e Maurizio di 25 anni) affetti da autismo, con la moglie è riuscito a trasformare il suo problema in un’opportunità di servizio, e nel tempo ha messo su un gruppo di operatori della riabilitazione composto da professionisti del settore Socio Sanitario, ha dato una risposta alle carenze del territorio e valorizzato le risorse umane e strutturali del Paese, creando un circuito di ascolto e assistenza al fine di migliorare la qualità di vita dei propri utenti in quella che una volta era la villa di Francesco Schiavone (alias Sandokan) a Casal di Principe. Come spesso accade però, anziché essere di supporto e valorizzare gli sforzi di quella parte sana del Terzo Settore che anima e soccorre aree importanti della nostra società, una burocrazia elefantiaca con i suoi tempi sta mettendo drammaticamente in repentaglio il lavoro fin qui svolto, gettando nello sconforto tutti gli interessati.
Allora non si può tacere, e Aversa Gospel e Vincenzo, a dispetto del nome dell’associazione, hanno gridato la disperazione di tutte le famiglie coinvolte. Auspichiamo che chi ha il dovere non resti indifferente. Gli organizzatori dal canto loro sono pronti a sbracciarsi le maniche e mettersi all’opera, programmando e organizzando per il prossimo futuro una serie di incontri per fornire alle famiglie interessate quel minimo di supporto all’orientamento in un mare tremendamente tempestoso e che va via via sempre più popolandosi.
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