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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Se nessuno mi guida

Quegli disse: «E come potrei, se nessuno mi fa da guida?». Poi pregò Filippo di salire e di sedersi accanto a lui. 

Atti 8:31



A livello globale scarseggiano figure in grado di ispirare le nuove generazioni, soprattutto i più piccoli. Infatti, si parla di povertà educative intendendo una mancanza di guida da parte di adulti, di contenimento emotivo, di supporto nello sviluppo dei propri talenti, di mancato riconoscimento delle persone che i bambini sono. La domanda del “funzionario di Candace, regina degli Etiopi, sovrintendente di tutti i suoi tesori” a Filippo però evidenzia un’altra necessita, quella di persone caratterizzate da un profondo sentimento di amore che si prendono cura del gregge del Signore. Uomini e donne che attraverso la propria vita dimostrino la validità del messaggio di Gesù, che si preoccupino al pari dell’apostolo di non dare falsi riferimenti: “Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria; anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato” (1 Corinti 9:26-27). Si tratta di un impegno costante ad una disciplina che quotidianamente ci pieghi nella forma del Cristo, per essere a “Sua immagine”. Il compito di una guida è preparare le persone al servizio, insegnare loro il cammino verso la completezza, offrendo ad esempio la propria vita. Una guida saggia preparerà altri a fare quel che lui stesso già fa. Fondamentale anche l’atteggiamento dell’eunuco, che reclama l’aiuto di Filippo e da lui lascia ammaestrarsi, riconoscendo i propri limiti.


Purtroppo continuiamo ad assistere a falsi servitori che, svestito il grembiule, indossano vesti regali, tralasciando le indicazioni del Maestro e piegano a proprio piacimento la Scrittura. Anche nel primo gruppo dei discepoli si insinuò un orgoglio distruttivo e una forma di egocentrismo quasi compulsivo. Si pensi ai figli di Zebedeo e ai discepoli che litigano alla mensa del Signore, trasformando l’umile servizio in una competizione al rialzo per il miglior posto. Oggi la rincorsa è alla scalata della visibilità social, al più consistente numero di “follower” (che non sono i fedeli credenti!), e per perseguirla alcune volte si muta la questione della salvezza in un misero e squallido business religioso. Ed è così che a livello mondiale ci siamo quasi assuefatti a lotte di potere interno e divisioni, alimentate e/o amplificate da scandali finanziari e sessuali di qualche conduttore (nessun riferimento a fatti e/o persone specifiche). Ciò che è più preoccupante è la deriva dottrinale che accompagna il fenomeno. Dietro forme idolatriche dei predicatori che si elevano al ruolo di mediatori divini, si celano eresie bibliche dal sapore di conquista. Questo è un vangelo compromesso. La leadership è tutt’altro.


Scorrendo la storia a ritroso, dovremmo attingere all’esempio di George Whitefield che nel diciottesimo secolo pregava così: “O Signore Gesù, che il tuo Spirito possa sradicare dai nostri cuori questa inclinazione a concentrarci sull’amor proprio e a fossilizzarci caparbiamente sulla nostra volontà”. Basta un po’ di sincera onestà per riconoscere che questa inclinazione è latente in ognuno, ed è per questo che dobbiamo disciplinarci. Il Maestro ci esorta ancora oggi a seguirLo per la via che ha già tracciato, assicurando che ci avrebbe reso pescatori di uomini: «e disse loro: “Seguitemi e io vi farò pescatori di uomini”» (Matteo 4:19). Seguire Cristo non significa soddisfare il desiderio di un momento, ma permettergli di formarci al rango di “pescatori di uomini”. Gesù ci sfida a seguirLo non per darci un pesce, ma per renderci guide per altri. Senza l’amore sarà impossibile servirsi a vicenda con uno spirito di sacrificio e umiltà, perdonarsi e trattarsi l’un l’altro come fratelli e sorelle. Questa è la Sua santa volontà. “Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d'amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Filippesi 2:1-4).


Prego per te affinché tu possa avere dinanzi a te una o più guide esemplari e sante, così da poter assimilare il meglio per essere a tua volta una guida per altri.



 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 41

07 ottobre       Isaia 30-31; Filippesi 4

08 ottobre Isaia 32-33; Colossesi 1

09 ottobre Isaia 34-36; Colossesi 2

10 ottobre Isaia 37-38; Colossesi 3

11 ottobre Isaia 39-40; Colossesi 4

12 ottobre Isaia 41-42; 1 Tessalonicesi 1

13 ottobre Isaia 43-44; 1 Tessalonicesi 2

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