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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Si riparte dai sogni

«Se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile».

Matteo 17:20

Eccoci pronti a svuotare le valigie e a riprendere la quotidiana routine di lavoro e impegni vari. Sì, perché da domani, per la gran parte di noi si chiude il capitolo vacanze o ferie che siano. Sono sicuro che questi giorni hanno dato adito a illusioni e disillusione, fatto nascere e morire progetti, alimentato sete di cambiamento e distribuito calici amari. Vorrei però dedicare questo devotional a un 28 agosto particolare. Era di mercoledì quello del 1963 quando Martin Luther King, a conclusione di una marcia sui diritti civili a Washington, davanti al Lincoln Memorial e trecentomila persone tenne il suo famoso discorso «I have a dream». Quel giorno la marcia fu pacifica e poche ore dopo King era nella stanza ovale accolto dal presidente J. Kennedy. Da quei 17 minuti (tanto durò) la lotta contro il razzismo e la segregazione razziale non è stata più la stessa, trovando nuova forza e radici, perché i sogni sono contagiosi. Quattro anni più tardi, il 4 aprile del 1968, a Memphis, fu ucciso il sognatore ma non il sogno. Purtroppo ai nostri giorni ci stiamo ritrovando con tragica frequenza a parlare nuovamente di razzismo.


Amiamo sognare, soprattutto progettare e fare piani per il futuro. I sogni ci accompagnano dalla tenera età e mai ci lasciano; a volte finiscono in un cassetto dimenticati, altre volte vengono tirati fuori con passione rinnovata, altre volte è il “vento” a portarli chissà dove. Fin quando avremo un obiettivo da raggiungere continueremo a sognare. Walt Disney diceva che: “La differenza tra un sogno e un obiettivo è solo la data”. La Bibbia è sostenitrice di coloro che hanno un sogno che procede da Dio. Il punto è come discernerlo. Abramo e la promessa di un paese, Giuseppe e il dominio sui fratelli, Davide e il regno di Israele, Paolo e le estremità della terra sono solo alcuni esempi di persone che hanno ricevuto una visione e l’hanno rincorsa per tutta la vita. Il sogno necessità di azione, di essere dichiarato e vissuto. Chi ha una visione o un sogno deve abbandonare il dolce non fare nulla e iniziare ad adoperarsi, come fece anche Neemia, quando intrepido decise che le mura di Gerusalemme dovessero essere riedificate. Ogni sogno merita di essere rincorso, anche se lontano nel tempo, e non può essere soddisfatto da terzi, come solitamente tendono i genitori con i bambini.


Il sogno è sostanzialmente per lo più un desiderio di qualcosa non sempre necessario e quindi facilmente riposto nel cassetto. Alcune volte però esso esprime la mancanza di qualcosa di cui non possiamo fare a meno, e non mi riferisco alle necessità quotidiane, di quel quid che toglie il sonno, che ti rende spasmodicamente agitato perché ti accorgi che non sei dove vorresti e non stai facendo quel che dovresti. Si tratta quasi di un’emergenza, come il fuoco che ardeva nelle ossa di Geremia per il suo popolo. Quali sogni ti stanno animando oggi? Per cosa vorresti dedicare il resto dei tuoi giorni? Facciamo attenzione a non arrovellarci sulla nostra poltrona di egoismo e di farisaica indifferenza. Gesù ha comandato: “Cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose saranno sopraggiunte” (Matteo 6:33). Ciò che noi tendiamo a porre in coda alle nostre ambizioni, la Bibbia mette in testa, davanti a tutto ciò che agli occhi di Dio conta nulla. Probabilmente chi si nutre di sogni mentre vive nel bisogno, non ha ancor compreso o scoperto che senza Dio vivrà nell’insoddisfazione.


Quanti hanno visto i loro sogni realizzarsi avevano compreso che il principio della sapienza è il timore dell’Eterno, e che chi in Lui confida non resterà mai deluso, perché Dio non è cambiato, Egli continua a rispondere ad ogni bisogno di chi crede in Lui. Forse è il caso di domandarci quali priorità abbiamo posto nella nostra esistenza, in che modo stiamo rincorrendo dei sogni. Giosuè e Caleb, spie a Canaan, furono animati dalla loro fede: “Ce la possiamo fare”, poiché sapevano che la battaglia appartiene al Signore. Ogni volta che eliminiamo l’etichetta “impossibile” da un compito, portiamo il nostro potenziale dalla norma a sopra la norma. Non perché siamo capaci ma perché Dio aggiunge alle nostre capacità. Lo scrittore John Andrew Holmes scriveva: “Non dire mai a un giovane che una certa cosa non si può fare. Può darsi che Dio aspetti da secoli qualcuno abbastanza ignaro dell’impossibile da farla”. Ed io non voglio farlo! Gesù ha detto che basta un granello di fede per vedere l’impossibile materializzarsi. Allora dovunque ripartirai, porta con te il tuo sogno!



 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 36

29 agosto Salmi 126-128; 1Corinti 10:19-33

30 agosto Salmi 129-131; 1Corinti 11:1-16

31 agosto Salmi 132-134; 1Corinti 11:17-34

01 settembre Salmi 135-136; 1Corinti 12

02 settembre Salmi 137-139; 1Corinti 13

03 settembre Salmi 140-142; 1Corinti 14:1-20

04 settembre Salmi 143-145; 1Corinti 14:21-40



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