Ho veramente calmato e acquetato la mia anima, come un bambino svezzato sul seno di sua madre; la mia anima dentro di me è come un bambino svezzato.
Salmi 131:2
Con questo devotional si conclude il sesto anno di questa iniziativa che incoraggia la meditazione personale e la lettura quotidiana della Bibbia. Spero che tu lo abbia trovato edificante e stimolante, come tanti che hanno apprezzato e saputo incoraggiare nel segreto. Ogni condivisione settimanale mi consente di avere un momento di riflessione da sottoporre poi alla tua attenzione, dandomi grazia di incontrarti, seppur a distanza. Spero perciò di continuare ad annoverarti tra i fruitori. Stiamo per lasciarci alle spalle un altro anno complicato. La vita continua, il cammino è ancora da compiersi. Non fermarti! E se lo avevi fatto, nel nuovo anno riprendi con maggior lena. La mia preghiera per il nuovo anno è che la tua anima trovi serenità tra le braccia del Signore, proprio come un bambino fiducioso tra le braccia della mamma dopo una poppata. Ed è per questo che ho scelto il verso 2 del Salmo 131.
I Salmi sono il più antico libro di orazioni a nostra portata, al cui interno possiamo notare diverse forme di preghiera: il lamento o grido di aiuto, e il ringraziamento o lode. Se poniamo attenzione però, ne possiamo scavare una più riservata, senza parole pronunciate: è la preghiera silenziosa, fatta della tranquillità e della fiducia che trapelano dal Salmo che ho scelto. Una tranquilla comunione con Dio si può realizzare anche senza l’uso delle parole e il salmista la rappresenta con una scena cara e familiare a tutti: un bimbo tra le braccia della madre, appoggiato sicuramente sul suo seno. Si tratta di una condizione che tutti avremmo dovuto conoscere. Come un bambino soddisfatto che ha smesso di piangere e si lascia andare nelle braccia della madre, così può “stare la mia anima” al cospetto di Dio. Proprio in quell’abbraccio ti accorgi che non hai bisogno di parole, e forse neanche di pensieri.
In alcune circostanze facciamo volutamente scena muta, perché non ci va di parlare con nessuno o perché ci mancano le parole adatte, ma non siamo minimamente calmi e tranquilli. Sono ormai due anni che abbiamo smarrita la serenità: abbiamo grandi discussioni dentro di noi, e siamo avvolti da fragorose lotte intorno a noi. Ci sentiamo come quei discepoli desiderosi di quiete, ma che devono fare inaspettatamente i conti con la tumultuosa pressione dei loro pensieri quando la tempesta colpisce improvvisamente la loro barca sul mare di Galilea. I vangeli narrano che mentre essi si agitano, Gesù dorme (Matteo 8:24). In questi momenti ci sentiamo soli, senza aiuto, in preda all’ansia e incapaci di restare calmi. Ma Cristo è sulla barca con noi, pronto a venire in nostro aiuto. Infatti, nel momento che viene destato, Egli rimprovera il vento e il mare e “ci fu una grande calma”. Allo stesso modo egli può anche donare riposo al nostro cuore agitato da mille paure e da tante preoccupazioni.
Per acquetare la nostra anima occorre tornare ad essere come quel bambino sul seno della mamma, al suo gesto semplice e infinitamente dolce. Il nostro silenzio significa aver riconosciuto che tutte le nostre preoccupazioni non possono fare nulla per modificare lo stato delle cose. Scegliere il silenzio vuol dire anche lasciare tra le braccia di Dio ciò che è oltre le nostre forze e capacità. Ecco allora che cercare e/o fare un momento di silenzio, anche molto breve, è come elevare una fidente preghiera. Diventa una sosta preziosa, quasi un riposo sabbatico, attraverso il quale confidiamo e speriamo in Dio. Anche Elia si lasciò prendere da timori e si diede alla fuga fino sull’Horeb, ma tutto quanto di fragoroso, rumoroso e impetuoso avvolse la montagna non parlava di Dio. Quando tutto terminò, udì “il mormorio di un vento leggero” e Dio gli parlò (1Re 19:12-13). Attraverso “il mormorio di un vento leggero” la parola di Dio diventa più efficace per cambiare i nostri cuori. La tempesta spaccava le rocce, ma le parole sommesse di Dio fecero breccia nel cuore dello sconsolato profeta, per il quale il silenzio improvviso era probabilmente più spaventoso della tempesta e dei tuoni.
Caro amico, in queste ore che un anno va a declinare, mentre si levano i rumori, noi ricerchiamo l’ascolto nel silenzio. Proiettiamoci anche in avanti con nuove idee e rinnovate aspettative, ma sarà opportuno fermarci un attimo per restare in silenzio, in attesa di Dio. “Quando la mia preghiera divenne sempre più profonda e interiore, avevo sempre meno da dire. Alla fine tacqui completamente” (S. Kierkegaard). Faccio mio e con il cuore ti invito: “Spera nell’Eterno, ora e per sempre” (Salmi 131:3). Buon anno nel Signore.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 53
27 dicembre Zaccaria 1-4; Apocalisse 18
28 dicembre Zaccaria 5-8; Apocalisse 19
29 dicembre Zaccaria 9-12; Apocalisse 20
30 dicembre Zaccaria 13-14; Apocalisse 21
31 dicembre Malachia; Apocalisse 22
2022
SI RIPARTE
Da qui inizia il piano settimanale per il nuovo anno, così che chi vuole può ripetere l’esperienza ed altri aggiungersi alla ciurma ormai navigata.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 1
01 gennaio Genesi 1-3; Matteo 1
02 gennaio Genesi 4-6; Matteo 2
03 gennaio Genesi 7-9; Matteo 3
Foto di johnnyberg, www.freeimages.com
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