Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d’Israele che tu hai insultate. Oggi il Signore ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò.
1Samuele 17:45-46a
Il re Saul sta attraversando un periodo difficile, un disagio dell’anima dovuto ad un forte turbamento causato da uno “spirito cattivo” (1 Samuele 16) lo priva del sonno. Uno dei suoi servi gli propose allora come rimedio le melodie di un pastorello: Davide, uno dei figli di Isai, buon suonatore, ma anche un giovane forte, valoroso, di bello aspetto, di buona oratoria e soprattutto l’Eterno era con lui (v. 18). Il ragazzo è scelto senza candidarsi o partecipare ad una selezione, semplicemente perché è preceduto dalla sua stessa testimonianza. Oltre il parlare degli altri, credo sia sempre lo Spirito a proporre e disporre “come vuole”. Nonostante però fosse un uomo “forte e valoroso”, venne escluso dalla battaglia contro i Filistei (1 Samuele 17). Non era il suo posto, almeno per ora. L’esercito di Israele è deriso per quaranta giorni dalle minacce di Goliat, il quale chiedeva un confronto uno ad uno. Il numero quaranta ha un valore fortemente rappresentativo, è menzionato in varie situazioni ed in tutte rappresenta una difficoltà da affrontare e da cui scaturisce un cambiamento. Fu dopo quaranta giorni e quaranta notti che Isai mandò Davide sul luogo della battaglia a portare viveri ai suoi fratelli. Lì egli udì le parole minacciose del filisteo e ne fu profondamento scosso, al punto da offrirsi per lo scontro. Dopo quaranta giorni lo Spirito destò qualcuno affinché cambiassero le vicende.
Eliab, il fratello maggiore di Davide, non fu entusiasta della sua discesa in campo, al punto di insultarlo accusandolo di orgoglio e malignità (v. 28). Se chi è spinto dalla mano di Dio nessuno può fermare, dovrà sempre fare i conti con delle resistenze e opposizioni anche interne (familiari). Saul, apprendendo che vi era uno disposto a combattere contro Goliat, lo chiamò e chiese spiegazioni (v. 32). Per vedere avanzare il regno di Dio dobbiamo proporci e non nascondere. Come un padre, Saul cercò di proteggere la vita del ragazzo, offrendogli la sua armatura, così come oggi farebbe ogni buon servitore verso la schiera di coloro che si predispongono a servire l’Eterno. Infatti, si spogliò della sua corazza e gliela diede (v. 38). Questa però risultò troppo grande: non possiamo vestire i panni o il nome di altri, ma dobbiamo essere noi stessi, poiché altrimenti si corre il rischio di apparire quelli che non siamo. Il ragazzo invece se la tolse, depose la spada, e preso il suo bastone si recò al vicino fiume ove prese cinque pietre. I sassi raccolti rappresentano la capacità, la possibilità ed il potenziale nel servire. Non ci sono utili tutti nello stesso momento, ma li adopereremo nel corso della vita in maniera alternata, in base alle circostanze.
Una volta sul campo, fu disprezzato da Goliat (v. 42) “perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell’aspetto”. Quando siamo pieni di desiderio, risorse e forze, l’avversario (e chi per lui) cerca attraverso il disprezzo di annientare ciò che Dio vuole usare. Davide aveva la particolarità dei suoi capelli rossicci, ciò lo rendeva diverso da gli altri. Mentre il nemico usa le nostre diversità per farci sentire inferiori, il Signore le valorizza in quanto elemento di distinzione dagli altri e una nostra forza peculiare. Lui prende quello che gli altri disprezzano per mostrare la Sua sapienza e potenza. Davide non reagì al disprezzo, ma rispose con le parole dei versi iniziali del devotional. Colui che ha in cuore di servire Dio non ricerca né il plauso né le ricchezze materiali, bensì lo anima nel cuore una passione tale che si vede negli occhi. E Goliat la conoscerà appieno. Dopo la battaglia, Saul chiede le generalità della famiglia a Davide, come se non sapesse chi fosse. Dispiace quando ciò accade nell’opera di Dio, dove qualche responsabile non conosce a fondo coloro che si prodigano per il servizio. Nonostante ciò la nostra scelta resta di servire il Signore e occuparci dell’avanzamento del regno Suo; questo deve essere il nostro unico e solo interesse. Buon combattimento.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 45
04 novembre Geremia 34-36; Ebrei 2
05 novembre Geremia 37-39; Ebrei 3
06 novembre Geremia 40-42; Ebrei 4
07 novembre Geremia 43-45; Ebrei 5
08 novembre Geremia 46-47; Ebrei 6
09 novembre Geremia 48-49; Ebrei 7
10 novembre Geremia 50; Ebrei 8
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