Badate dunque di camminare con diligenza non da stolti, ma come saggi…
Efesi 5:15
Sento spesso richiamare e citare l’esortazione paolina “… siate ripieni di Spirito” (Efesini 5:18), facendo poi seguire un’invocazione a Dio per un cammino cristiano totalmente sotto la guida dello Spirito. Prima di questo inciso, l’apostolo esorta a vivere il cristianesimo “come si conviene ai santi”, ovvero separandosi dalle forme, dagli atteggiamenti e situazioni che non hanno riscontro nella fede cristiana. Ed è qui che desidero volgere l’attenzione. Paolo scrive: «Badate dunque di camminare con diligenza non da stolti, ma come saggi, riscattando il tempo, perché i giorni sono malvagi. Non siate perciò disavveduti, ma intendete quale sia la volontà del Signore» (vv. 15-17). Nel suo cammino spirituale il cristiano non è un trasportato, ossia un passeggero della chiesa, caricato sulle spalle generose di qualcuno. Egli ha gambe proprie ed è chiamato a camminare con avvedutezza, da saggio. Il Signore ci ha donato la sapienza e gli strumenti necessari per riuscirci. Come credenti siamo stati chiamati anche a riscattare il tempo; tutto quello perduto prima che conoscessimo la grazia di Dio, deve essere recuperato. Oggi, più che mai, non possiamo tralasciarlo. Il ladrone sulla croce accanto a Gesù, di tempo ne aveva davvero poco, ma, appena riconobbe la grandezza di chi aveva accanto, non esitò chiedendo immediatamente di ricevere il Suo perdono. A noi è stato concesso più tempo, ma, per molti, una buona parte è stata dissipata. La Scrittura, però, non ci condanna, ma ci chiede di recuperare quello che abbiamo avanti perché i giorni sono malvagi, feroci e pieni di sofferenza. Non possiamo più rimandare quello che può essere fatto oggi.
La Scrittura ci suggerisce di non essere disavveduti e di non cullarci. Quante sviste sono all’ordine del giorno, con il rischio di procurarci serie ferite. L’apostolo ci rammenta anche di intendere quale sia la volontà del Signore (v 17 b), di afferrarla. Spesso siamo tentati, invece, a fuggire dalla Sua volontà e a nasconderci, come fece Adamo nel giardino dell’Eden o Giona quando si appollaiò sotto un albero di ricino. Quella di Giona è una circostanza che ben ci rappresenta. Il profeta, senza una fondata giustificazione, non approvava l’agire di Dio, ovvero l’aver dimostrato misericordia risparmiandone la distruzione di Ninive. In segno di protesta si era rifugiato sulla collina, per verificare se veramente il Signore l’avesse risparmiato. Proprio in quel luogo l’Eterno fa nascere un albero di ricino per riparare Giona dal sole nelle ore calde. Poi mandò un verme a divorare la pianta, che il mattino successivo sparì. Il profeta, arrabbiato per l’accaduto, la maledisse. A volte confondiamo i nostri desideri, le nostre ambizioni e i nostri sogni con la volontà divina, quando invece si tratta solo ed esclusivamente della nostra. Lo stesso Gesù, pur conoscendo bene quale fosse la volontà del Padre, nella sua umanità chiese di spostare il calice amaro della croce. Sapeva di dover morire per i nostri peccati, eppure nel Getsemani combatté. Dopo averlo chiesto, si arrese a ciò che il Padre voleva: “Non la mia ma la Tua volontà sia fatta”.
Noi, invece, desideriamo in modo egoistico, per poi dirGli ritualmente “Sia fatta la Tua volontà”. La nostra sfida è comprendere la Sua volontà ancor prima di esprimere la nostra, realizzando che essa va avanti anche senza noi. Sì, perché nessuno è indispensabile, né può fermare il Suo disegno. Ci sono momenti della storia in cui Dio ha cambiato il Suo volere, ma è Lui a farlo. Egli non si pente, ma a volte cambia idea. Come si fa a capire la volontà di Dio? Il verso 18 invita a non inebriarci di vino, come a dire di non ricorrere ad artifici umani. L’unico modo plausibile per comprenderla è essere ripieni di Spirito. Come si fa? La traduzione letterale dell’essere ripieni offre diverse sfaccettature. Innanzitutto, essere sospinti dal vento come una barca in mezzo al mare. Poi essere coperti, come era coperta la carne dal sale per conservarla, per dire umiliatevi sotto la potente mano di Dio, sottomettendovi agli altri. Infine, essere anche pregnanti, zuppi affinché ripieni bagniamo chi ci circonda e non conosce Dio. Chiediamo al Signore che il Suo Spirito spinga la nostra vita come una barca, così che navigando conosceremo quello che oggi conosciamo in parte. Esperienza dopo esperienza saremo di consolazione a chi è nella tempesta con la sua barca.
Una meditazione sul tema
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 30
19 luglio Salmi 23-25; Atti 21:18-40
20 luglio Salmi 26-28; Atti 22
21 luglio Salmi 29-30; Atti 23:1-15
22 luglio Salmi 31-32; Atti 23:16-35
23 luglio Salmi 33-34; Atti 24
24 luglio Salmi 35-36; Atti 25
25 luglio Salmi 37-39; Atti 26
Foto di Brennan Paezold, www.freeimages.com
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