Cos’è infatti la vostra vita? In verità essa è un vapore che appare per un po' di tempo, e poi svanisce.
Giacomo 4:14
Chi non si è mai posto la domanda dell’apostolo? Siamo tutti alla ricerca di senso e l’interrogativo ci tocca così da vicino da indurci ad una riflessione. Da bambini si agita in noi la curiosità di sapere da dove veniamo, poi col crescere si comprendono i meccanismi e la mettiamo da parte. Iniziamo così ad interrogarci sul perché stiamo vivendo. Ognuno cerca il suo scopo, però non tutti lo trovano. Verso il tramonto della propria esistenza la domanda cambia ancora. Guardando oltre, ci si chiede dove si andrà e cosa sarà della vita.
La nostra vita non è solo perseguire la felicità o la serenità terrena. Giacomo ci ricorda che è un “vapor di fumo”, di breve durata e senza consistenza. Tutto ciò che di materiale abbiamo potuto accumulare si deteriorerà, ma se ci siamo adoperati a fare del bene, prendendoci cura di quelli che ci circondano probabilmente un qualcosa di nostro rimarrà nei ricordi di qualcuno. Ecco perché la nostra esistenza si sintetizza in un dono da mettere a disposizione degli altri. Per la società la vita è un contenitore da riempire delle più svariate cose: un tipo di mentalità, questo, che non ci appartiene. Almeno non dovrebbe, ma a quanto pare tale visione è compenetrata anche in ambienti ecclesiali. Ciò ha comportato che il credente bada in primo luogo al proprio vaso, e si preoccupa innanzitutto del proprio apparire. Di conseguenza ciascuno come singolo diventa il vaso più importante, quello che deve necessariamente essere decorato, che deve distinguersi necessariamente dagli altri, ma non per il bene che si compie, bensì per la bellezza o l’eleganza che si mostrano. Abbiamo così dimenticato che la Scrittura ci insegna che si tratta solo di un vapore!
Vorrei che provassi a rispondere onestamente alla domanda dell’apostolo. Prendi una pausa per chiederti: “Come la sto spendendo?”. Saulo da Tarso, prima di essere l’apostolo Paolo, era uomo dotto nelle vie del Signore, aveva fatto della sua vita un servizio a Dio, ma secondo la sua visione. Difendeva la Legge e il tempio perseguitando i cristiani, fino al giorno in cui una luce lo folgorò, costringendolo a vedere il tutto diversamente. Il persecutore comprese che quello che stava accadendo era un qualcosa di straordinario, che avrebbe messo in discussione la sua esistenza e le sue convinzioni. Senza giri di parole chiese: “Chi sei Signore?” (Atti 9:5). Anche noi dovremmo porre la stessa domanda a Colui che mette in discussione il nostro essere. Sì, perché la nostra vita è spesso quella di persone convinte di fare sempre la cosa giusta, che non contemplano la possibilità di condursi in maniera opposta al volere di Dio, soprattutto se siamo in cerca di fama personale. Non solo, anche quando semplicemente ricerchiamo la felicità della nostra famiglia, la serenità materiale, abbiamo perso di vista l’obiettivo divino. Abbiamo dimenticato che Colui che ci ha detto “Seguimi”, ha anche precisato come nel farlo sia necessario rinunciare al resto, affinché possiamo divenire dei veri Suoi discepoli.
La parabola del ricco stolto (Luca 12:13) ricorda quanto sia sciocco puntare ad accumulare ricchezze, in quanto siamo solo semplici amministratori di ciò che ci è affidato. Ogni bene ci è dato appunto per “far del bene”, ma se tale non è la sua destinazione diventerà uno svantaggio per chi lo possiede. Gli avidi, dichiara la Bibbia, non entreranno nel regno dei cieli, mentre è molto difficile per il ricco. Il giovane ricco insegna: fu frenato dalle sue ricchezze. Gesù è venuto per darci vita in abbondanza, ma ciò che Egli intendeva è diverso da quello che noi perseguiamo. La vita abbondante che ci offre è proiettata all’eternità, mentre noi ci lasciamo vincere dal materialismo. Gesù è il pane della vita e l’acqua che disseta, mentre noi vogliamo saziarci e abbeverarci di quanto ci offre il mondo. Da questo avremmo solo insoddisfazione. In tale modo avremmo contravvenuto a quanto la Parola ci comanda: “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17). Se non spendiamo bene la nostra vita, ci stiamo dirigendo nella direzione opposta a Dio. Possa allora la nostra esistenza essere un investimento per il Signore, una missione per gli altri, un vaso per dare da bere, un pane per sfamare, uno strumento di pace e riconciliazione. Solo così potremo lasciare un buon ricordo e divenire un esempio. Che lo Spirito ci aiuti a vivere come piace a Dio, ricordandoci che siamo un vapore, erba che secca; pertanto chi ha tempo non aspetti tempo.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 17
17 aprile 2Samuele 1-2; Luca 14:1-24
18 aprile 2Samuele 3-5; Luca 14:25-35
19 aprile 2Samuele 6-8; Luca 15:1-10
20 aprile 2Samuele 9-11; Luca 15:11-32
21 aprile 2Samuele 12-13; Luca 16
22 aprile 2Samuele 14-15; Luca 17:1-19
23 aprile 2Samuele 16-18; Luca 17:20-37
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