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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Una montagna in cuore

Ma oggi sono ancora forte come lo ero il giorno in cui Mosè mi mandò; lo stesso vigore che avevo allora ce l’ho anche adesso, tanto per combattere che per andare e venire.

Giosuè 14:11


 

Chi pensa che l’età sia condizionante o limitante avrà le sue buone ragioni. E non è facile da contraddire se siamo tra quelli un po' maturi. La storia dell’attempato Caleb però dice il contrario, e alimenta la convinzione di coloro che non intendono lasciare il passo alle nuove generazioni. Entriamo nello specifico del messaggio di questo devotional. Alla vigilia dell’assegnazione del territorio conquistato nella terra promessa alla tribù di Giuda, Caleb ormai ottantacinquenne ricorda a Giosuè quando solo loro due, dei dodici inviati da Mosè a spiare il paese, avevano sostenuto che la conquista era possibile (Numeri 13:30). Caleb stava rivendicando una promessa ricevuta quarantacinque anni prima (Numeri 14:24). Ritornando a quel momento, Caleb aveva dimostrato di possedere un’attitudine diversa dalle altre spie non lasciandosi contagiare dalla paura e dall’incredulità. Non minimizzò né i giganti né le città fortificate, ma ritenne Dio più forte di ogni problema da affrontare, divenendo un bellissimo esempio di quella fede che è “certezza di cose che si sperano” (Ebrei 11:1). Per quella scelta coraggiosa Dio decise di benedirlo particolarmente promettendogli quella terra. Nonostante ciò non fu risparmiato dai quarant’anni nel deserto.

 

Tuttavia quel tempo non lo fiaccò minimamente e quando giunse il momento si presentò a rivendicare l’eredità promessagli: “Dammi dunque questo monte del quale il Signore parlò quel giorno…” (Giosuè 14:12). In questi interminabili anni non perse mai di vista la sua eredità e imparò il valore della perseveranza fidando sulla promessa ricevuta. Chi di noi avrebbe durato così a lungo? Quarant’anni!? Eppure Caleb aspettò pazientemente. Sicuramente non saranno mancate occasioni di scoraggiamento, ma lui seppe guardare sempre al futuro con occhi pieni di fede. Ogni volta che il cammino nel deserto si faceva duro, ricordava il monte sul quale aveva camminato, confidando nella fedeltà di Colui che gliel’avrebbe dato un giorno. Caleb è un esempio splendido di come bisogna desiderare e aspettare l’adempimento delle promesse divine nella propria vita, al punto che Dio gli rende testimonianza in questo modo: “è stato animato da un altro spirito e mi ha seguito pienamente” (Numeri 14:24). Anche noi dovremmo essere animati da un altro “spirito”, quello santo, capace di soffiare su di noi ogni volta che attraversiamo il deserto della vita, come quello che rialzò e ridiede vita all’esercito di ossa secche davanti agli occhi del profeta Ezechiele (cap. 37).

 

A ottantacinque anni quando la maggior parte delle persone ha perso molte delle proprie facoltà fisiche e mentali, Caleb aveva una montagna in cuore. Poteva chiedere un posto tranquillo dove trascorrere gli ultimi anni della sua vita, lontano dalla fatica e dalle battaglie. Invece chiese lo stesso territorio che aveva calcato quarant’anni prima: “Or dunque dammi questo monte di cui l’Eterno parlò quel giorno; poiché tu stesso udisti in quel giorno che vi erano gli Anakim e città grandi e fortificate. Se l’Eterno sarà con me, io li scaccerò, come disse l’Eterno” (Giosuè 14:12). Era pronto ad intraprendere una nuova sfida contro i giganti, confidando sull’aiuto di Dio. Quali montagne hai in cuore di conquistare? Quella del potere, della popolarità o del benessere? Su quale montagna hai riposto il cuore? Caleb brama il monte di Hebron, dove Dio aveva parlato ad Abrahamo (Genesi 13:18. Hebron significa “comunione”, e parla di intima familiarità con Dio. E pur di averla è pronto alla battaglia. E la sua costanza è premiata “perché aveva pienamente seguito il Signore, il Dio d’Israele” (Giosuè 14:14). Quanto ci sarebbe da dire su questo “pienamente”… Dio desidera che lo serviamo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le nostre forze (Deuteronomio 6:5). E se vogliamo vedere adempiersi le Sue promesse non possiamo fare altrimenti. Anch’io desidero un luogo dove essere in comunione con il Signore...

 


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 30

22 luglio Salmi 33-34; Atti 24

23 luglio Salmi 35-36; Atti 25

24 luglio Salmi 37-39; Atti 26

25 luglio Salmi 40-42; Atti 27:1-26

26 luglio Salmi 43-45; Atti 27:27-44

27 luglio Salmi 46-48; Atti 28

28 luglio Salmi 49-50; Romani 1

 

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