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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Una questione di rispetto

Essendo perciò sorta una non piccola controversia e discussione da parte di Paolo e Barnaba con costoro, fu ordinato che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per tale questione.

Atti 15:2



Antiochia era la terza città dell’impero, dopo Roma e Alessandria, e contava mezzo milione di abitanti. Qui alcuni credenti senza fissa dimora avevano fondato una chiesa, a seguito della persecuzione a Gerusalemme dopo la morte di Stefano (Atti 11:19-30; 13:1-4). Tra le sue fila si contavano mote valide figure. Era una chiesa dedita alla preghiera, senza divisioni di classe. Da qui partirono per il loro primo viaggio missionario, Paolo e Barnaba, e quivi ritornano. Sono entusiasti di quanto visto, nonostante i rischi corsi. Ma la notizia bomba che portano è che la conversione dei pagani non è più un caso isolato, ma questi chiedono di diventare cristiani in massa. Come spesso accade, le belle notizie portano problemi imprevisti. La notizia ben presto genera un’aspra controversia sulla circoncisione quale porta d’accesso all’ebraismo, senza la quale non si poteva essere destinatari della salvezza in Gesù Cristo. Luca scrive “una non piccola”, il che significa che la discussione è aspra perché entrambe le parti sostengono una posizione logicamente fondata, ma che giunge a conclusioni opposte. E il quel che penso io e quel che pensi tu innesca una miccia pericolosa.


Ogni discussione ecclesiale, sia anche la più grande disputa della storia, ma anche quella fraterna ed occasionale, deve chiararsi alla luce della Parola, il nostro punto di riferimento qualificato. Paolo e Barnaba vengono inviati a Gerusalemme per essere ascoltati dal gruppo degli apostoli principali. Anche qui però si genera una grande disputa (v. 7), tra chi ritiene che bisogna circoncidere i pagani e chi sostiene il contrario. Luca riporta tre testimonianze. Quella di Pietro, che parla per primo. Poi parla Paolo, che racconta la sua esperienza missionaria. Alla fine parla l’apostolo Giacomo il Minore, (il dottore o teologo di turno?) che tira le conclusioni. Pietro non fa una lezione sulla differenza tra la Legge di Mosè e la fede in Cristo. Racconta la storia che ha vissuto. Poi fa delle affermazioni, che sulla bocca di un pio ebreo, sono notevoli: «Ora dunque perché tentate Dio, mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi abbiamo potuto portare? Ma noi crediamo di essere salvati mediante la grazia del Signor Gesù Cristo, e nello stesso modo anche loro» (vv. 10 e 11). Pietro sa che quello che è non lo deve alla sua fedeltà. Nonostante avesse rinnegato Gesù, è stato accolto. Segue poi l’intervento di Paolo, che racconta quanto Dio ha compiuto nel suo viaggio missionario.


Quindi interviene Giacomo, ritenuto il dottore di riferimento, ma anche il capofila dell’opposizione a Paolo. All’intervento di Pietro resta in silenzio. Dopo le testimonianze di Paolo e Barnaba, riconosce la direzione che lo Spirito vuole imprimere e si adegua, citando le parole del profeta Amos (9:11-12), riconosce che la chiamata alla salvezza dei pagani è progetto di Dio fin dall’Antico Testamento ora manifesto nella nuova alleanza nella croce di Cristo. Ci sono tre cose che sono comunque irrinunciabili e i pagani convertiti vi si devono adeguare (v. 20). Si pongono dei paletti: i primi due sono restrizioni cultuali, il terzo è alimentare. Non ritengo il caso di approfondirli singolarmente. Mi limito a segnalare quello che ritengo sia lo scopo: la chiesa ha bisogno di scoprire come porre l’accento sulla santità della vita senza cadere nel legalismo, applicando il principio del cercare di piacere a Cristo e di sottoporre ogni pratica dubbia alla sua signoria. Mi preme maggiormente segnalare il modo in cui la chiesa di allora affrontò il problema sollevatosi. Un fraterno confronto, sottoposto all’opinione dei più anziani, e poi una decisione accolta da tutti, senza sprecare le proprie energie in lotte interne, ma a lavorare insieme nel servizio e per la diffusione dell’Evangelo.

 


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 40

30 settembre   Isaia 11-13; Efesi 4

01 ottobre       Isaia 14-16; Efesi 5:1-16

02 ottobre       Isaia 17-19; Efesi 5:17-33

03 ottobre       Isaia 20-22; Efesi 6

04 ottobre       Isaia 23-25; Filippesi 1

05 ottobre       Isaia 26-27; Filippesi 2

06 ottobre       Isaia 28-29; Filippesi 3

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