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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Uomini che non sanno amare


Un’altra pentola di schifezza e lordura nostrana è stata scoperchiata dall’arresto dell'imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio. Molte più persone di quante immaginiamo, insoddisfatti e distinti professionisti per bene dei nostri giorni, si alimentano alla coppa sozza della Rete, ove finiscono esposte le foto rubate come degli scalpi. Un vaso di Pandora aperto a ripetizione. Basta citare da un elenco molto ricco e internazionale alcuni, come Harvey Weinstein (boss della Miramax), Larry Nassar (medico della nazionale americana di ginnastica artistica), fino ad Alberto Genovese (il fondatore di Subito.it). Si tratta di un cliché senza confini, e che ci fa dire che i “malati”, gli accumulatori documentali, sono ovunque. Purtroppo, il vaso, come aperto, tornerà a essere richiuso in attesa del prossimo stupratore da piazzare in prima pagina.


Dopo la denuncia della ventunenne, narcotizzata e violentata lo scorso 26 marzo a Milano, altre vittime stanno trovando il coraggio di uscire allo scoperto. Nessuno si permetta di giudicarle. Hanno già sofferto abbastanza. Erano alla ricerca di uno stage formativo, un’opportunità di lavoro, e si sono ritrovate adescate, in balia di un orco, che “gentilmente” ha sciolto loro psicofarmaci nelle bevande per poi abusarne e fotografarle per arricchire una sconvolgente galleria di trofei. Una sceneggiatura rotata nel tempo, alimentata dalla convinzione di restare impunito, e che fa accrescere il senso di schifo nei suoi confronti. Cosa pensare riguardo al fatto che ciascuna di queste ragazze poteva essere una figlia, dato che Di Fazio è cinquantenne e per giunta anche genitore. Non oso immaginare cosa potrà pensare di lui l’unico figlio adolescente e come saranno condizionati i suoi futuri approcci sentimentali.


Con che soggetto abbiamo a che fare, se a questa perversione si aggiunge che, nello stesso tempo, appare come un figlio premuroso che vive con la mamma anziana, un uomo in carriera che però si gonfia spacciandosi come agente dei servizi segreti con tanto di pistola giocattolo, fondina, tesserino del ministero dell’Interno o come un Alto commissario per l’emergenza Covid? Sicuramente dietro ogni individuo c’è una storia tutta da scoprire e capire, così come dietro ogni corpo c’è un’anima da curare e/o recuperare. Perdonatemi, se sono un inguaribile ottimista e penso che ogni essere umano è riflesso del divino, e che anche quando l’immagine è deturpata c’è speranza di salvezza. Anche per chi si macchia di questi crimini.


Confesso di essere un sognatore romantico, per il quale non c’è sesso senza amore, mentre si può amare senza per forza avere rapporti sessuali. Temo che dietro questi fatti di cronaca, vi siano problemi relazionali con radici antiche, ma che si stanno terribilmente evolvendo in una spirale di violenza e horror. Il sesso è sempre più oggetto a sé stante, snaturato dal suo essere coronamento di un amore, manifestazione di una relazione sentimentale, un complemento nuziale. Nelle circostanze in questione è solo ed esclusivamente violenza, e qualsiasi abuso non potrà avere descrizione diversa da “atto criminale”, senza se e ma. Un rapporto da consumarsi a pagamento o da rubare con l’inganno non è solo tentativo di appagamento di un istinto “animale”, ma probabile esternazione di disturbi psichici, la cui analisi lascio ai professionisti competenti. Mi perdo, invece, nella tentazione di accludere gli stupri che quotidianamente segnano a vita giovanissime e donne, da nord a sud. Mi fermo ed evito, per poi rabbrividire quando queste bestie si appellano, con ghigno stizzante, all’essere consenziente della malcapitata di turno o inscenano, addirittura, tentativi di estorsione a loro danno, spogliandosi così da predatori per vestirsi da innocenti prede. Orribile.


Mi accorgo che anziché divagare su quali generi difendere, dobbiamo mestamente considerare che la donna resta diffusamente ancora un fantoccio da dominare, un oggetto del “piacere” carnale per soggetti senza anima, la cui fantasia erotica è alimentata da gigabyte di immondizia. Come genitore, educatore e responsabile ecclesiale avverto tutta la responsabilità ad alimentare il buono e il bene nelle persone. L’unica arma che posso brandire, oltre allo scrivere, è l’esempio personale. Basterà?


A tutti, vittime e carnefici, amanti e depravati, rispettosi e violenti, lascio, unitamente alla mia preghiera, un brano del Talmud sulla donna, abbastanza noto e particolarmente caro, su cui riflettere: “State molto attenti a non far piangere una donna: che poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai suoi piedi perché debba essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.

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