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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Vado a pescare

Aggiornamento: 9 ott

Simon Pietro disse loro: «Io vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te».

Giovanni 21:3

La morte di Gesù ha stravolto profondamente la vita di quelli che lo seguivano e in Lui avevano riposto ogni speranza di sollevamento e miglioramento. Se anche è vero che il Maestro insegnava a cercare le cose di lassù, a inseguire un Regno che non era di questo mondo e ad essere pronti a rinunciare a tutto, come non biasimare chi, stando al suo fianco, vedeva il cibo moltiplicarsi, i pesci donare monete, gente che apriva le proprie case offrendo quel che aveva. Un certo rilassamento è più che comprensibile. Fin quando c’è Gesù non abbiamo nulla di cui preoccuparci. E poi era stato proprio Lui ad insegnarlo. Vederlo poi appeso al legno, inerme sepolto, era come seguire il vapore sciogliersi nell’aria. La morte sconvolge sempre, scopre tutta la fragilità dell’essere umano, incapace di elaborare e dare senso a quello che succede. Eppure erano stati preparati a quel momento. E scoprire il sepolcro vuoto non era bastato. Gli anni trascorsi insieme, le cose udite, i miracoli visti, la Sua premura, il suo esserci sempre … dov’era finito?


Perdere il riferimento quotidiano, quel qualcuno che ti indica la via migliore cancella in qualche modo le prospettive su cui avevano camminato insieme. Subentra uno stato di incertezza, quasi di immobilità. Una condizione simile a quella che in tanti hanno vissuto, e continuano a vivere, a motivo del Covid19. Improvvisamente ci siamo ritrovati chiusi e bloccati, eppure ci siamo fidati. Quel che non si considerava importante è di colpo diventato un bene essenziale. Le persone che non ricevevano la nostra minima attenzione, molte delle quali addirittura ignoravamo che esistessero, si sono ritrovate sole più che mai. L’emergenza ha destabilizzato più di quanti immaginiamo, e ciò che la cronaca di tanto in tanto ci presenta è solo la punta di un iceberg. La spiritualità di tutti è passata nel crogiuolo. Il fatto di essere stati tranciati dalla comunità ha fatto perdere a tutti il contatto fisico con la famiglia di fede. Alcuni sono scivolati nell’autosufficienza: posso fare tutto da solo, non ho bisogno di nessuno. Altri hanno conosciuto la disperazione: ora come si fa? I social hanno offerto blande alternative per entrambi, ma se i secondi hanno tirato un sollievo alla possibilità di tornare in chiesa, quelli del primo gruppo stanno ancora pensando che possono farne a meno, che poi – in fin dei conti – Dio è dappertutto. Quanto ci sarebbe da considerare a riguardo, in termini globali e nell’eventualità di una seconda ondata.


Torniamo invece a Pietro. Quelle giornate diventate di colpo noiose. Quel desiderio di riabbracciare il Maestro, ma che non si fa vedere. Un gruppo di discepoli è nei pressi del lago di Tiberiade. Sono tornati alle loro famiglie, nel luogo dove Gesù li aveva incontrati. Qualche dubbio bussa, qualche strano pensiero comincia a farsi largo in quelle giornate incolori, senza futuro e senza presente. Allora per non finire preda, occorre reagire. Cosa fare, mentre molti ti guardano e dipendono dalla tua scelta? Quando tutti vorrebbero far qualcosa ma nessuno si esprime, ecco che viene fuori il leader. Le sue parole spezzano il vociare silenzioso della mente di ognuno, sono la lame che taglia il sipario e riporta tutti sulla scena della vita: “Io vado a pescare”. Sì, mi sono arrovellato a lungo, ma senza soluzione. So che dovrei fare qualcosa, ma mi mancano chiare indicazioni. Poi in fin dei conti, chi sono io rispetto a costoro? Di colpo, Pietro si alza, apre la porta e torna alle reti. Dei presenti nessuno lo trattiene, nessuno domanda spiegazioni, ma un coro si leva di colpo all’unisono: “Veniamo anche noi con te”. L’iniziativa trova l’approvazione. O forse temevano di perdere anche Pietro? Forse. In realtà, quando tutto tace, allo scorrere del tempo la caparbietà di qualcuno può essere l’ancella dell’intervento divino. Continuare a porsi domande non conduce da nessuna parte. Guardare l’orizzonte dalla finestra non lo avvicina. Quella notte non pescarono nulla, ma poco importava. Chi va per mare sa che ci sono giornate no. Il primo miracolo era essere tornati in barca, aver trovato la forza di reagire, di rompere l’attesa. Poi Gesù, se voleva, sapeva dove trovarli. Ed è (come fu) proprio così. Al rientro sulla spiaggia qualcuno dialoga con loro. Dopo un poco capiranno di aver a che fare proprio con il Signore.



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 35

24 agosto Salmi 119:1-88; 1Corinti 7:20-40

25 agosto Salmi 119:89-176; 1Corinti 8

26 agosto Salmi 120-122; 1Corinti 9

27 agosto Salmi 123-125; 1Corinti 10:1-18

28 agosto Salmi 126-128; 1Corinti 10:19-33

29 agosto Salmi 129-131; 1Corinti 11:1-16

30 agosto Salmi 132-134; 1Corinti 11:17-34



 

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Foto di Muimui Astig, www.freeimages.com


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